bibliografia |
[Catalogo...1854]- |
"Stanza trigesimaseconda. (...) 4. Fratelli Alinari di Firenze. Otto saggi di fotografia.", p. 151.
"Notificazione. La direzione dell'I. e R. Istituto Tecnico Toscano fa noto che la commissione istituita col Sovrano Decreto de' 22 Giugno 1854 e presieduta da S.E. il Ministro delle Finanze, del Commercio, e dei Lavori pubblici, Presidente del Consiglio dei Ministri, ec., sono stati scelti per essere inviati all'Esposizione Universale di Parigi i seguenti oggetti; (...) XXV. Tipografia, Calcografia, Fotografia. (Classe XXXVI del regolamento della Commissione Imperiale) (...) 218. Fratelli Alinari di Firenze-Saggi di fotografia.", p. 18 ( fascicolo successivo a quello dove sono descritte le sale ospitanti i fotografi).
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[«Rivista Enciclopedica Italiana»,A. I, 1855, dispensa IV]- |
"Belle Arti. Della fotografia in Toscana. Molto è stato scritto e si scrive su quest'arte meravigliosa della fotografia; la quale per una parte tiene moltissimo dell'austerità e freddezza della chimica, mentre dall'altra riposa su quel sentimento plastico del bello che il genio artistico ha in sé ed il quale sfugge a qualunque analisi. Ma come l'artista e il matematico han bisogno di aver sortito le qualità necessarie, che lo studio e l'educazione potranno quindi svolgere, così il fotografo bisogna che nasca tale, accoppiando qualità diverse che quasi si escludono. Per l'artista la sintesi, il culto del bello plastico, lo studio continuo ed amoroso della forma; pel chimico l'analisi, l'osservazione su le forze molecolari, le pazienti ricerche per sorprendere la natura nelle sue trasformazioni. Ma se alcuno dopo aver soltanto letto tutto quel che fu scritto su la fotografia, pretendesse ottenere una impressione anche mediocre su la carta, proverebbe un gran disinganno; come lo provano tutti coloro che dallo studio continuo sui libri soli scesero nella vita pratica. Ogni fotografo, provando e riprovando e con l'andare spesso a tastoni, si forma un metodo proprio che non espone mai completamente al pubblico; sia perché non si può senza la pratica insegnarlo, ossia perché consigli ciò l'amor proprio o la necessità in molti di trarne profitto. Qualunque sia la vera cagione, fatto sta che ogni fotografo pare abbia un processo segreto che tenga gelosamente custodito. Senza entrare in una descrizione noiosa ed inutile dei procedimenti pei quali si ottengono le impressioni fotografiche, basta al nostro assunto il saper che ad ottener ciò si pone nella camera oscura, armata di lenti adattate, un cristallo o una carta su cui è stato già disteso un tale strato sottilissimo, che la luce attacca e scompone, sì che gli oggetti con le loro parti più o meno illuminate restano disegnati all'inversa sul cristallo o carta; il qual disegno però ha bisogno di alcune difficilissime operazioni chimiche per esser reso manifesto. In arte questa impressione si chiama negativa perché disegnata a rovescio; e positiva la riproduzione su carta, pure preparata, che dalla prima come da matrice si ottiene. Però s'intende bene come da una negativa si possan trarre quante positive si vuole, finché lo strato sottilissimo non venga in qualche modo ad essere alterato. In Firenze non sono più di tre o quattro anni che s'incominciò a esporre al pubblico qualche resultato di lavori fotografici. Nel vedere le belle prove di riproduzioni dei bellissimi monumenti veneti fatte dal Bresolin in Venezia, alcuni giovani toscani si dedicarono allo studio di quest'arte nascente, onde anco i bellissimi monumenti di Firenze fossero degnamente riprodotti. Il signor Semplicini, giovine molto esperto nella chimica, fu forse il primo in Firenze ad occuparsi di fotografia: e si deve prima a lui e quindi ad una società formata di giovani artisti, chimici ed amatori, della quale il Semplicini fu direttore, se poterono nella nostra città ammirarsi bellissimi ritratti sul collodione. Questa società ci aveva dai suoi primi esperimenti fatto sperare grandi progressi in quell'arte; ma è spiacevole a dirsi che dopo tanti studii, tanto tempo di prove e di esperimenti non si sia veduto nessun notabile miglioramento; anzi mentre sono per Firenze rimasti stazionarii, sono stati lasciati molto indietro dai ritrattisti di altre parti d'Italia, per non parlar di quelli di Monaco, i cui lavori han toccato l'eccellenza nell'arte, come rilevasi da alcuni ritratti che abbiamo avuto la sorte di vedere in Firenze. Lo stato attuale della non prospera vita di questa Società Fotografica Toscana non sappiamo se debba attribuirsi alle stesse cause della mala riescita di tutte le società tra noi, o a mancanza di danari: quel che sappiamo si è che grandissime spese si richiedono per montare e tenere aperto uno stabilimento fotografico, e per l'acquisto di macchine, lenti, locali adattati e mille altre cose. Più fortunati in questo come nella riescita furono i fratelli Alinari, che trovarono nell'attuale proprietario della celebre Calcografia e del ricchissimo Negozio di Stampe di Luigi Bardi in Firenze tal coraggioso intraprenditore che somministrò loro ogni maniera d'aiuti; cominciando dal volere che l'Alinari maggiore visitasse prima i migliori stabilimenti di fotografia in Italia, specialmente quelli di Venezia e di Roma, e col provveder macchine costose, prodotti chimici carissimi, e coll'aiutarli in fine con ogni sorta d'incoraggiamenti. E ben ne ebbero necessità in qualche momento gli Alinari, ché non riescendo loro i primi esperimenti come il desiderio e l'esempio degli altri richiedeva, più volte lo sconforto li vinse, e furono tentati mandare al diavolo la fotografia, le macchine e i libri menzogneri. E sicuramente chi ha tenuto dietro a tutti gli esperimenti che furono esposti mano a mano candidamente nelle vetrine del negozio Bardi dalle primissime sbiadite e macchiate alle ultime, può immaginarsi quanto studio, quanti crepacori, quanta ansietà deve essere costato il punto di eccellenza a cui giunsero. Più di sessanta sono a quest'ora le loro riproduzioni fotografiche messe in mostra e vendibili: per non contare quelle fatte per commissioni particolari. Poiché molti dei primarii nostri scultori prescelgono gli Alinari per aver riprodotti negli studii i loro lavori eseguiti in creta, o in gesso, od in marmo: e moltissimi forestieri vollero, partendo, avere disegni che rammentassero la graziosa villetta ove abitarono nei contorni ridenti della ospitale Firenze, o mesti ricordi del luogo e del monumento in cui lasciarono al riposo del sepolcro le ossa di qualche lacrimato congiunto. Alcuni ritratti sul cristallo abbiamo anco ammirati, fatti per qualche amico che si allontanava da Firenze: e sebbene non avessero quei ritratti niente da invidiare a quelli che si fanno dai nostri migliori ritrattisti in fotografia, è da lodarsi la delicatezza d'animo dei fratelli Alinari che rifuggirono dal dedicarsi anco a quel ramo, che se poteva fruttare più nome e maggiori guadagni, avrebbe potuto riescire a danno di molti altri che già avanti loro si erano dedicati ai ritratti. Nella riproduzione de' monumenti si può accertare che fossero i primi ad occuparsene con buon esito, e per ora non hanno chi gli agguagli. Infatti sia per l'importanza artistica dei monumenti, sia per la rara perfezione con cui sono eseguite, tutti ammirano la veduta del Duomo col Campanile di Giotto e quella della Porta in bronzo del Ghiberti al S. Giovanni. Mentre nella prima trionfa la maestosa e svelta cupola del Brunelleschi nella sua severità, con a fronte l'eleganza dell'insieme e degli ornati del Campanile fedelmente riprodotta; nella seconda di un genere tutto diverso ti si presenta una fedele immagine di quel portentoso lavoro del Ghiberti sì nell'insieme che negli adornamenti di festoni, di fiori, di statuette e di testine sporgenti. I dieci quadri storiati poi sono riprodotti con tale efficacia, che ti pare di avere a qualche distanza l'originale, vedendovisi distintamente e in rilievo le singole figure: l'illusione poi è completa quando uno faccia uso di una lente d'ingrandimento. Lungo sarebbe il descrivere le vedute che sono più da ammirarsi; né chi legge potrebbe, senza averle sott'occhio, apprezzarne tutta la bellezza. Alcune prove delle migliori sono state già scelte per figurare nell'Esposizione a Parigi, e là saranno cimentate a terribili confronti, e come è da prevedersi con buon esito. Ma non posso per ora tacere della bellissima scelta nella riproduzione dei monumenti di Pisa. La Cattedrale, il Campanile pendente, il Battistero, la chiesa della Spina, il vecchio Duomo e alcune porte e facciate a parte, formano una tal collezione che non si può né per la scelta né per l'esecuzione desiderare migliore. Ma quel che più sorprende, e in cui gli Alinari han riscosso l'ammirazione di tutti, è la veduta di due interni del Camposanto pisano, nelle quali le difficoltà fotografiche, che vi esistevano nel massimo grado, sono state felicemente superate. Infatti qui si riunivano i maggiori ostacoli; oscurità del momento, luce debolissima venuta per parte, varietà di oggetti posti a differenti distanze, difficoltà di scegliere un punto di vista che rendesse bene il concetto della veduta, e non facesse posar l'occhio piuttosto sopra un punto che sull'insieme. Malgrado tutto ciò, quelle vedute rassembrano a due disegni fatti da mano maestra, tanta è la gradazione delle tinte, tanto va a dietro lo sfondo, mentre tu distingui bene le iscrizioni sepolcrali, i monumenti, i sarcofaghi che ingombrano quei lunghi corridoi. Quel che ultimamente ha destato più ammirazione sono due prove con gran felicità riuscite di riprodurre le incisioni in rame. Prima ad essere riprodotta fu la Venere del Tiziano da una bella incisione di Roberto Strange pubblicata a Londra nel 1768, e riescì benissimo: ma quel che superò ogni espettativa è la Maddalena giacente del Correggio, dipinto che è nella Galleria di Dresda, prendendola da una bellissima incisione del Longhi. Qui veramente può dirsi che gli Alinari hanno superato tutti gli altri fotografi, i cui lavori siano arrivati tra noi; non esclusi quelli di Venezia, le cui riproduzioni di stampe peccano dove per durezza, dove per inesattezza, ovunque poi nella scelta delle stampe da riprodursi che si riconoscono subito d'impressione stracca, dozzinale, e, quel che è peggio, sono piene di macchie. Altri fotografi sono in Firenze oltre gli Alinari e la società di cui abbiamo in principio parlato; dalla quale si è staccato il valente pittore signor Veraci, che è l'unico, se devesi giudicare da alcuni saggi esposti recentemente, che dia speranza di vederlo sollevarsi nella folla del fotografi, ed essere emulo degli Alinari. Infatti tra le buone prove esposte è trovata molto lodevole la veduta della facciata della chiesa di Ognissanti, ove la porta con sopra il basso-rilievo in terra cotta del Della Robbia è benissimo riprodotta: qui si vede come il Veraci cominci a perdere quella durezza d'ombre che ammazza l'insieme, come era nella veduta degli Ufizii, forse per aver voluto diminuire troppo la durata dell'esposizione che a quel genere di monumenti si conviene più prolungata. Vi è pure un'altra società formata dai signori Funch, Forcella e Merlini, che se per ora non si distinse per le vedute, espose però bei ritratti che nel riprodurli sulla carta ebbe forse risultati superiori agli altri ritrattisti. Un signor Van-Lint di Pisa, quantunque in proporzioni più piccole, ha fatto buone vedute, tra le quali è da notarsi quella della Cattedrale di Pisa, e quella del basso-rilievo del Torwaldsen nel Camposanto, la quale ben rammenta l'originale. Molti altri saranno in Toscana gli artisti ed amatori che si son dati con buon resultato a quest'arte; ma non han per ora levato grido, né esposte al pubblico lodevoli prove delle loro fatiche. Né è da maravigliarsi che pochi siano coloro che poterono vincere le molte difficoltà e gli ostacoli immensi che si presentano. Poiché, oltre al bisogno di vistoso capitale di montatura, abbiamo le difficoltà intrinseche dell'arte. Una delle prime è di scegliere il punto di luce più favorevole per il monumento che si vuol riprodurre. Se il sole lo illumina troppo vivamente e di faccia, se le ombre sono troppo lunghe o troppo corte, se vi sono parti molto illuminate accanto ad altre rimaste troppo oscure, allora la riproduzione non può essere felice, ancorché le macchine ed ogni rimanente sia senza eccezione. Per essere bravi fotografi non basta essere artisti capaci; bisogna saper piegare l'arte alle esigenze della fotografia. Le statue, per esempio, vogliono essere illuminate da modica luce, per aver fusione nelle ombre; bisogna porsi con la macchina ad un'altezza giusta perché quando le statue son colossali non restino nell'impressione sformate; difetto che ci appare manifesto nella riproduzione del David del Buonarroti, fatto del resto benissimo dagli Alinari: mentre le stampe, i disegni, i quadri richiedono una luce assai differente. Ma un'altra delle maggiori difficoltà è la riproduzione di buone positive dalle negative: ed ottenuta dopo tante difficoltà una buona negativa, non siamo alla metà dell'opera: poiché bisogna saperne tirare buone positive, che per forza ed armonia di tinte, per nettezza di contorni e per trasparenza di ombre rendin bene l'oggetto disegnato. Per esempio la veduta del Duomo di Firenze è benissimo riprodotta dagli Alinari con un tuono violaceo chiaro che rende quasi il colore dell'originale: la Porta del Ghiberti è anco meglio imitata dal tuono della positiva che ti rappresenta il colore del bronzo; come nel Ratto delle Sabine il color biancastro del marmo, nel Perseo del Cellini il bronzo cupo. Insomma il tuono da darsi alle diverse positive è cosa essenzialissima e difficile. Oltre a tutto ciò avvi la difficoltà di avere spazio bastante da porsi con la macchina alla distanza conveniente che suole assegnarsi a quasi due volte l'altezza del monumento preso di mira. A questo ostacolo, per ora insuperabile, devesi attribuire un gran difetto che trovasi anco in alcune vedute degli Alinari; come per esempio il Palazzo Vecchio, preso da uno dei punti più elevati onde vederlo intero con la torre, ci si presenta sformato di sopra in giù; e bene han fatto nel lasciare che si vedessero i tetti di su pei quali si presentava il monumento. E un gran servizio potrebbero prestare in pro di quest'arte i maestri in ottica col trovar modo di potere anco da vicino racchiudere i raggi luminosi, senza che perdessero la loro forza chimica, nella camera oscura, sì che si potesse avere rimpicciolita l'immagine di quei monumenti che ora per altezza e per larghezza soverchia non possono fotografarsi; come per esempio tra noi per l'altezza tutto il Campanile di Giotto, tutto il Palazzo Vecchio, e per lunghezza i palazzi Pitti e Strozzi. Ma prima di terminare questo discorso sui fotografi toscani non vogliamo lasciare senza menzione i lavori del più eccellente che si conosca in Italia e che con l'esempio ammaestrò tutti gli altri. L'inglese Anderson a Roma può vantarsi di essere stato il primo in Italia a intraprendere con questo mezzo la riproduzione dei grandi monumenti del nostro paese, e di aver talmente perfezionato quest'arte, che non vi può essere che poco più a desiderare. A lui si deve il metodo ora generalmente adottato di stampare le positive sopra carta albuminata; preparazione che dà gran finezza di contorni. Dell'Anderson abbiamo veduto in Firenze lavori bellissimi. La veduta del Ponte S. Angelo con il Castello e il S. Pietro in lontananza è di una finezza di esecuzione tale da farla parere una incisione in acciaio. I tre interni del Museo Vaticano, le statue, i busti, i bassorilievi, i candelabri ci sono sembrati maravigliosi; sublime poi il portentoso Mosè del Buonarroti: nella cui riproduzione l'artista ha dovuto lottare contro l'elemento principale, la luce, che aveva scarsissima nella chiesa di S. Pietro in Vincoli ove trovasi il Mosè. Ed è questa una delle difficoltà che la massima parte dei fotografi non son giunti ancora a vincere; di riprodurre cioè con modica luce qualunque statua nell'interno delle chiese o gallerie. L'Apollo di Belvedere, il Mercurio, il gruppo del Nilo, il Laocoonte e i lottatori del Canova, statue riprodotte dall'Anderson, mostrano a qual perfezione ei sia giunto. Sarebbe a desiderarsi che anco in Firenze si arrivasse a riprodurre nelle nostre gallerie le più belle statue. Ma fino ad ora sappiamo che nessuno, malgrado le ripetute prove, è riescito felicemente, nemmeno i fratelli Alinari; i quali non essendosi lasciati spaventare sin qui dalle difficoltà, si spera riesciranno a vincere anco questa, fidando noi in quella loro maravigliosa pazienza ed ostinazione. Firenze, 7 marzo 1855. P. C. P.S./ 21 marzo-Un certo signor Bianchi ha esposto ultimamente qualche riproduzione da incisione pregevole; e gli stessi Alinari han riprodotto un quadrello ad olio in colori, che è venuto benissimo sembrando un acquerello. Questa riproduzione dei quadri in colori è ora il grande scoglio della fotografia qui e altrove: lessi in un giornale inglese lamenti perché a Londra non riuscivano come a Dresda a riprodurre i quadri; e questo sia a provare la gran difficoltà. Gli Alinari vanno in questa settimana a Siena; e certamente al loro ritorno vedremo bellissimi lavori: ieri fecero un esperimento di un metodo nuovissimo di colorire le fotografie, senza che il colore tolga niente ai contorni e alle ombre della impressione fotografica: questo metodo è riuscito assai bene, e promette di essere utilissimo specialmente per i ritratti."", articolo Della fotografia in Toscana, firmato "P.C." in data 7 marzo 1855, p. 67-70.
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[«Le Arti del disegno», n. 18, 2 maggio 1855]- |
"La fotografia e i fotografi toscani./ Non è decorso lungo spazio di tempo da quello in cui disperavasi di poter giungere ad ottenere un utile qualunque dal dagherrotipo, atteso la meschina riuscita dei primi tentativi. Ma quando poi trovossi il modo di sostituire alla lastra la carta, l'eliografia rapidamente progredì ed in breve tempo quasi raggiunse la perfezione: allora, come avviene di ogni nuovo trovato, sia buono, o no, non mancarono quelli che fino dal bel principio l'avversassero, volendo vedere in essa un mezzo di corrompimento e decadenza dell'arte. Altri vollero, invece, vedere in essa un potente ausiliario alle Arti Belle, e per troppo giovarle le nocquero. Non pertanto cessavasi dall'operare e questa scienza poco prima bambina cresceva e facevasi adulta mercé i molteplici tentativi che si andavano continuamente facendo, e ( posta da banda la questione dell'utile da ritrarsi da questa arte o scienza come chiamar si volesse) gli sforzi de' più furono rivolti a renderla professione e professione lucrosa, adoprandola ad ottenere ritratti. E a dir vero quelli di facile contentatura, che si appagano di una somiglianza di verità matematica, però fredda, e priva di spirito, di quella vita che solo l'artista può infondere nell'opera della sua mano, adescati dalla mitezza del prezzo con cui potevano ottenere la riproduzione dei proprj lineamenti o di quelli di persona a loro diletta accorrevano in folla e partivano soddisfatti. E' d'uopo però convenire che sotto questo rapporto la fotografia resta e resterà sempre inferiore all'arte, ed il vero utile dell'applicazione di essa si risentirà adoperandola pella riproduzione degli oggetti inanimati, che posti sopra un piano possono essere riprodotti senza che le proporzioni o l'esattezza matematica di quelli venga a risentirne nella parte prospettica il benché menomo danno. Applicandola dunque a riprodurre monumenti, stampe od altro, essa può recare utilità e divenire un ramo d'industria assai vantaggioso e proficuo. Non mancò questa invenzione di propagarsi rapidamente ed anco in Toscana fuvvi chi se ne occupò quasi esclusivamente. Per dire soltanto de' toscani rammenterò il sig. Semplicini come uno de'primi che rivolse ad essa ogni cura, ed esperto chimico quale egli è, giunse ad ottenere bellissime prove sul collodione.- Molti seguirono l'esempio ed in breve formossi una Società fotografica, direttore della quale fu ed è tutt'ora il Semplicini sopraccennato. Fra i migliori, oltre la società suddetta, dobbiamo notare Paladini, Veraci, e Menitoni per i ritratti, i Fratelli Alinari per le vedute monumentali i quali sono gli unici in Toscana che abbiano raggiunto quasi la perfezione in tal genere. Il descrivere partitamente le vedute riprodotte con tanta fortuna dagli Alinari sarebbe opera perduta, basterà accennare di alcune che si levano oltre la sfera del comune, quali sarebbero- Le porte di San Giovanni.- L'interno del Campo Santo di Pisa, la Chiesa della Spina, il Campanile e il Battistero pure di Pisa nelle quali riproduzioni aveano gli Alinari a lottare con molte difficoltà, (quali sarebbero la poca luce, la mancanza di un adeguato punto di vista) tutte maestrevolmente superate. Abbiamo veduto de' medesimi riprodotte con molta verità due incisioni in rame, pregevoli per armonia di toni, precisione, e nettezza di contorni inarrivabile. Altri fotografi si contano fra noi come sarebbero Bensa, Merlini, Donnini; ma fino ad ora nessuno è giunto a superare gli Alinari, e solo il Bianchi a mia cognizione ha ottenuto alcune prove di riproduzioni d'incisioni e disegni, bassorilievi e monumenti degni di onorevole menzione. La maggior parte di elogio vuolsi tributare al sig. Bardi, calcografo che senza aver riguardo a spese di sorta impiantò un imponente laboratorio fotografico e dette ogni agio agli Alinari di perfezionarsi in questa arte, procurando loro il modo di viaggiare per vedere e studiare i migliori metodi usati da quelli che ormai avean levato grido di sé nelle altre parti d'Italia. J. C. [Jacopo Cavallucci]"
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[«L'Illustrazione»,n.31, 23 settembre 1855]- |
"Leopoldo e Giuseppe Alinari fotografi di Firenze. Ogni promessa è debito: e secondo promettemmo sciogliamo adesso il nostro debito con i fratelli Alinari abilissimi fotografi di Firenze- Parlando dello Stabilimento fotografico Semplicini, rammentammo altri non meno egregi artisti di tal genere che vanta in particolare Firenze, riserbandoci, come facciamo anche adesso, di parlare di quelli che nella altre città della nostra Toscana si sono occupati di questo genere di riproduzione, cotanto invalso ai nostri giorni. Fra questi artisti da noi nominati erano i fratelli Alinari e non solo si rammentavano ma per noi si prometteva un articolo a loro riguardo. La loro volta è venuta; abbiamo visitato il loro studio e ci troviamo adesso imbarazzati quasi nello svolgere questo argomento avendo veduto una selva delle quali non sappiamo quali più lodevoli fossero. In generale gli artisti fotografici nostri hanno scelto come primo genere loro la riproduzione dell'uomo- i ritratti sono la loro prima occupazione perché generalmente, a nostro avviso, è il genere che abbia più avventori.-Di fatti chi è quegli che al giorno nostro non abbia nel suo studio, nel suo salotto, il proprio ritratto, più o meno bello, fatto in fotografia? - Tutti i ceti di persone, dal più alto al più basso, dal ricco al povero, dallo splendido e liberale fino allo strozzino, hanno presentato la loro persona alla lente del fotografista, e uomini benemeriti e non benemeriti, nullità e specialità hanno portato il loro tributo a questa arte di moda. I fratelli Alinari più avvedutamente, secondo il nostro parere, hanno lasciato altrui questo campo vasto di guadagno e si sono ristretti alla parte fotografica forse meno lucrativa, ma più decorosa, al genere voglio dire monumentale.-Dopo sforzi inauditi, dopo prove immense, dopo veglie lunghe ed assidue, alfine essi sono giunti ad un tal punto da potersi imitare, sì, ma non superare, o almeno di poco!-Abbiamo di fatto veduto quale effetto abbiano sortito i loro lavori-un piccolo numero-presentati alla nostra esposizione dell'Istituto Tecnico sul cadere dell'anno decorso. Quelle fotografie furono inviate a Parigi, e colà non sono state dimenticate, che anzi dagli intelligenti sono state osservate con compiacenza ed hanno sostenuto il confronto con le straniere- Amanti della arte propria degli Alinari non si sono ristretti alle meschine cognizioni superficiali, ed hanno studiato sì da rendersi capaci di concorrere con chicchessia e prova più delle nostre parole ne fanno i molti lavori loro- Di faccia alla Chiesa di S. Gaetano, nella nostra Firenze, è situato il negozio conosciutissimo del Calcografo Luigi Bardi.- Questo uomo di ingegno, di una fama quasi europea, ha preso presso di sé i due fratelli Alinari , ed animandoli generosamente a fare, ha potuto ottenere la non lieve soddisfazione di vedere i loro progressi, la loro abilità, messa all'esperimento, uscirne vittoriosa. Quanti capitàno intelligenti di arti, forestieri amanti delle nostre glorie, si fermano innanzi quel negozio montato con un gusto ed un lusso veramente meravigliosi; e quello che attrae più di tutto l'attenzione loro, dopo le belle pitture ed incisioni che il Bardi possiede, sono le fotografie monumentali degli Alinari. Troppo lunga sarebbe la nostra rassegna se tutte volessimo rammentare le belle fotografie che hanno eseguite questi artisti.- Da un catalogo già a stampa rileviamo che le vedute monumentali da essi eseguite fino al luglio passato sono di Firenze- trentanove- di Pisa-venticinque- di Siena-dodici- ed altre otto di varie altre parti del nostro Granducato.- Non che una quantità di incisioni di abilissimi rinomati autori riprodotte in fotografia. Accennato così al numero delle opere, passiamo a parlare di alcune di esse particolarmente. Il Panorama di Firenze, o veduta generale della nostra Città, fotografia che non ha niente da desiderare per la precisione, la intuonazione generale e per la ben compresa situazione e punto da cui è stata presa. L'accorgimento di questi bravi giovani nello scegliere i punti di vista, donde tolgono le loro impressioni fotografiche, fa fede del loro gusto artistico e del loro amore all'arte. Dopo la veduta generale di Firenze ne viene l'ardita creazione di Brunelleschi, la più bella e colossale opera che possa vantare la nostra città; la riproduzione del nostro Duomo e dell'annessa Torre di Giotto l'ammiranda mole che rende estatici quanti per la prima volta la osservano .-La riproduzione della magica porta in bronzo della Chiesa di S. Giovanni, opera di quel celebre ingegno che fu il Ghiberti, e l'altra pure del non meno illustre Andrea Pisano.-L'ardita e severa creazione dell' architettura nostra antica, il Palazzo Vecchio, già della Signoria, e diverse vedute prese da vari punti di questo medesimo palazzo anche in dettaglio.- La Piazza detta del Granduca, la nostra Galleria pubblica che contiene tanti capidopera che essa sola servirebbe a dar vanto di città eminentemente gloriosa nelle arti alla nostra Firenze.- L'elegante grandioso Palazzo Pitti, l'opera di un particolare fiorentino che costruendo un edificio tanto maestoso lasciava indelebile traccia di quanto fosse la ricchezza del paese nostro quando non era sdegnoso il ricco di appartenere ad un'arte a un mestiere. Citeremo noi ora e il David dell'unico Michelangelo, ed il Perseo del bizzarro Benvenuto Cellini, il Ratto delle Sabine del Giambologna, e l'equestre statua di Cosimo I, opera di quest'ultimo insigne artista?- Queste che abbiamo rammentate sono opere che tutto giorno abbiamo sotto gli occhi e che gli Alinari con rara perizia han riprodotte.- Passiamo alle altre di Pisa e Siena. Ecco la veduta generale, il Panorama di Pisa, e la Cattedrale, il Battistero, il Pulpito esistente nel Battistero stesso, opera di Niccola Pisano; la Chiesa della Spina, il Campo Santo e gli interni del medesimo presi in vari punti di vista ed il suo gran Corridore, infine i rinomati Lung'Arno; scendendo alle opere di pittura che i bravi fratelli Alinari hanno stimato opportuno ritrarre dal Camposanto stesso, noi citeremo il Giudizio Universale di Andrea Orcagna, Abramo e Lot in Egitto di Benozzo Gozzoli- Un Miracolo di S. Ranieri di Antonio Veneziano. Di Siena abbiamo osservato in primo luogo la veduta generale, o Panorama, della Città, la Cattedrale- la di lui facciata, - l'antica porta di essa cattedrale - l'Antico palazzo della Signoria, e la Chiesa di S. Domenico e Fontebranda. E come se tante e sì variate opere pregevoli fosser poche, gli Alinari sono accorsi alla Pieve S. Stefano dove ritraevano la veduta luttosa e deplorabile di quella città al tempo della ultima inondazione, perpetuando così un fatto che non tanto di leggieri si cancellerà dalla mente di noi toscani per la sorte miserevole che è toccata a tanti nostri simili.- Crediamo pure degni di ricordo la riproduzione della Casa del Petrarca all'Incisa, e la veduta dell'antico ponte sull'Arno pure all'Incisa. Potrebbe credersi con ciò fornito il nostro tema e bene anche così potrebbe terminarsi poiché non poco si è mostrato aver operato gli Alinari per agevolare i mezzi di possedere le stampe e la fedele riproduzione delle nostre glorie, ma dovremo noi lasciare senza una parola d'elogio l'altro felice tentativo da essi fatto per riprodurre in fotografia le incisioni? No, chè ciò sarebbe fare opera incompleta e poiché siamo a parlare di questi giovani , rammenteremo la Maddalena di Dresda estratta da una incisione del Longhi- la Venere di Tiziano da una incisione di Stange - il Ritratto di Petrarca da un acquarello di Memmi- il Ritratto di Laura l'ispiratrice delle amorose rime del sommo poeta e canonico, ed infine- il Cristo in Croce da una scultura in avorio di Giambologna. E qui potrebbe terminare il nostro articolo, ma poiché abbiamo fin dal principio di esso rammentato il calcografo Bardi ci serviremo di questa occasione per rammentare ai nostri lettori che il suo negozio è fornito per eccellenza di incisioni, le migliori che siano state eseguite non solo in Italia ma in Europa, cominciando da Morghen, Anderloni, Artaria, Benucci, Bettellini, Bettazzi, Biondi, Colzi, Cantini, Capezzuoli, Dalio, Delfini, Gasavaglia, Iesi, Gravara, Perfetti, Nocchi, Rivera, Longhi, Esquivel, Saunders, Testi, Toschi e Trasmundi. Oltre a ciò, il Bardi è possessore di diversi quadri di autori insigni e di opere che trattano di arte, pregevolissime; delle quali ci riserbiamo a parlare in un articolo di Rassegna bibliografica che pubblicheremo prima che per noi si potrà. Intanto facciamo qui sosta desiderando ai fratelli Alinari un compenso a tante fatiche e uno smercio numeroso e lucrativo delle loro fotografie, le quali siamo certi, non potranno che incontrare sempre la soddisfazione e il gusto di ognuno.- Fra giorni tornerà dalla esposizione di Parigi e da Londra, Leopoldo, il maggiore di questi Fratelli, che si è portato all'estero onde far tesoro di nuove cognizioni e speriamo di vedere che non avrà perduto invano un tempo tanto prezioso che ha consacrato per l'avvantaggiamento di un'arte, che di poco nata, se guardiamo al suo comparire fra noi, è già tanto avanti nel suo sviluppo. [Firmato] F.*** G.***"
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[«L'Illustrazione», n.43, 23 dicembre 1855]- |
"I Fratelli Alinari - I Signori Alinari sono i soli rappresentanti della fotografia monumentale in Firenze, in quella città ove i grandi artisti della rinascenza stimolati dal genio de' Medici lasciarono tanti monumenti preziosi. Bisogna dire però che questi fotografi hanno zelo sufficiente e bravura per sostenere da per se soli la lotta contro i migliori esponenti di Francia e d'Inghilterra. Dotati di ardente immaginazione e di quell'entusiasmo che si ha a venti anni per tutte le belle cose create dall'arte e dalla natura, essi intesero la missione che aveano da compiere per il cui buon esito la fotografia dovea prestar loro sì potente soccorso. Così essi potevano riunire nella loro ricca collezione tutto ciò che il tempo, la guerra e le rivoluzioni hanno lasciato di monumenti in Toscana; Firenze, Pisa e Siena sono state riprodotte in dettaglio da quei laboriosi artisti. Fra i saggi esposti noteremo, il Campo Santo una delle vedute più difficili a riprodursi in fotografia. Difatti i caldi raggi del sole che penetrano tra le arcate gotiche del chiostro si arrestano sulle prime pietre e mandano una luce riflessa alle alte volte della galleria. Pur nonostante quel chiaro oscuro è stato sufficiente per riprodurre i gruppi, le statue e le iscrizioni che adornano il religioso Panteon di pisa. Ciò che quasi parrebbe impossibile è la riproduzione del celebre affresco intitolato dall'Orgagna Trionfo della Morte opera cotanto filosofica a malgrado la semplicità della composizione e della forma. I Signori Alinari hanno fatte copie separate dei diversi affreschi de' quali sono coperte le mura del Campo Santo. Le Storie dell'Antico Testamento per Benozzo Gozzoli; il Martirio di S. Ranieri per il Veneziano sono pagine preziose per la Storia della pittura al XIV e XV secolo. Il saggio che più ci parve completo è quello che rappresenta le porte del Battistero di Firenze. Il bronzo non è mai stato reso con effetto maggiore, né con maggior verità. Battendo obliquamente la luce su i bassi rilievi e le figure che compongono quelle porte famose «degne di adornare l'ingresso del paradiso »secondo diceva Michelangelo, ne fa spiccare i più piccoli particolari e quasi verrebbe volontà di passarvi sù le dita per accertarsi se sia o no rilievo ciò che si vede. Rammentiamo ancora come degne di figurare allato delle migliori produzioni de' nostri artisti le vedute di Palazzo Vecchio, della grotta de' Buontalenti a Firenze ed il pulpito di Niccolò Pisano. I Signori Alinari hanno il sentimento dell'Arte e quel che è più sono capaci operatori. Vivono in mezzo ai capi d'opera del rinascimento; sotto il bel cielo della Toscana. In simili condizioni toccava a loro di diffondere in Italia il gusto della nuova arte ed è ciò che hanno fatto con uno zelo del quale bisogna esser loro molto grati. Dobbiamo aggiungere che il Signor Bardi di Firenze ha concorso a questa opera di divulgamento con molta intelligenza e disinteresse. (Dal Moniteur)."
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[«L'Arte», n. 104, 29 dicembre 1855]- |
"Belle Arti. Corrispondenza della Toscana del Crepuscolo. Vi parlo d'arti. Principierò da un'aneddoto che vi parrà alquanto strano. Sono oggimai, non mi so bene se quindici o sedici anni, ch'io scrissi un articolo sopra la invenzione del Daguerre. Non mi contenevo a ragionare solo de' resultati già ottenuti, ma fantasticavo di quelli possibili ad ottenersi, e con questo voler ficcare gli occhi nella notte del futuro m'ingannai non poco. I primi saggi del dagherrotipo, ch'io vidi in Napoli, furono alcuni dei migliori lavori eseguiti da Daguerre in persona. In quella città così proclive all'entusiasmo, massimamente per le cose poco conosciute, s'era tenuta una specie d'accademia per celebrare la nuova scoperta. I prosatori dissertarono spropositi rettorici da fare strabiliare; i poeti con furibonde achillinate (datemi l'assoluzione per questo vocabolo) dettero un addio più insolente che doloroso ai pittori di polpe e d'ossa, dicendovi ormai più bisogno dell'opera loro, dacché il sole, il ministro maggior della natura, tolto in mano tavolozza e pennelli, aveva rubato loro il mestiere. Qualcuna di quelle prose e poesie sarebbe un giojello pel Charivari o pel Punch. A me non garbò punto né poco cotesto insultante requiem cantato sopra la pretesa morte delle arti del disegno; e -cosa volete che io vi dica?- Lo stolto entusiasmo di quegli scrittori mi mosse a sostegno e mi spinse a pubblicare una lunga lettera, diretta a un professore d'accademia, supremo artista il quale, un po' per esser confinato in una delle nostre isole, un po' per infingardaggine è rimasto privo della meritata fama. Possano le mie amichevoli rampogne giungere fino a lui e scuoterlo, se pure è ancora in tempo! Favellandogli de' saggi del dagherrotipo da me veduti, gli mostravo che le arti non avevano a temer nulla da questa o da qual si fosse altra scoperta meccanica; gli descrivevo spregiamente i risultati possibili ( e in ciò avevo torto); concludevo innalzandomi ai principii della estetica, e dimostrando l'arte starsi tutta nell'artista, e che, finché non s'inventi una macchina, la quale possa sentire e pensare, non v'è trovato meccanico tale da costringere il genio a dichiararsi fallito, e che, finché il mondo sarà mondo, la Iliade e la Trasfigurazione non potranno mai uscire che dalla mente di Omero e di Raffaello e in questo avevo ed avrò sempre ragione), irridevo al dagherrotipo cantando il perpetuo trionfo delle arti e del genio. Da quell'epoca della mia primissima giovinezza l'invenzione del Daguerre ha percorso tanto cammino che adesso l'ostinarsi a spregiarla sarebbe più spregevole testardaggine. Ormai la dagherrotipia è diventata fotografia; la qual cosa pareva allora quasi impossibile. La camera oscura ritrae e stampa gli oggetti della natura fedelmente sulla carta: la fotografia adunque, ove non fosse di per sé arte pregevole, va considerata e grandemente stimata come sussidiaria degli artisti e quindi degna di tutta l'attenzione del critico. Gli sforzi dei suoi cultori sono stati coronati da sempre crescente buon esito; l'ostinazione loro diventa maggiore; il campo dell'industria più vasto e chi lo esplora con giudizio trova di quando in quando nuovi modi a rendere più utile il trovato e condurlo a quella perfezione che, considerando i primi tentativi, pareva malagevole a conseguirsi. Questa a me sembra novella prova della indefinita perfettibilità dell'umano ingegno, cotanto derisa dagli empirici speculatori delle cose umane. Finora la fotografia si è dimostrata utilissima, specialmente a ritrarre nei particolari e nello insieme loro, i monumenti architettonici. Adesso per avere giusta idea del Duomo, del Campanile, del Palazzo Vecchio, di quelli di Pitti, Strozzi e Riccardi, capolavori celebratissimi della fiorentina architettura, non è necessario che l'artista venga a Firenze. Con poche lire di spesa egli può procurarsi le più belle fotografie, e studiarle e vagheggiarle con quella fiducia che non poteva, né doveva porre nelle più minute e finite incisioni. Quei fotografi adunque, che hanno rivolte le loro cure a riprodurre nel modo più convenevole i monumenti, nel modo, cioè, che meglio rappresenti gli originali, meritano la lode e la gratitudine degli artisti e dei dilettanti delle arti. Voi sapete che nei lavori, i quali dipendono più dalla esperienza e dai mezzi meccanici che dall'ingegno, l'Italia in questo secolo è avvezza a preferire gli stranieri ai paesani. A modo d'esempio, non v'è amore di patria che ci possa tanto acciecare da non riconoscere che le incisioni in acciajo, quelle finissime incisioni, a eseguire le quali le macchine giovano forse assai più che l'ingegno dell'uomo, si facciano meglio in Inghilterra che altrove. Così nella fotografia, la quale in gran parte è mestiere meccanico, gli stranieri si commendavano come superiori ai nostri. Nulladimeno, pochi anni sono, saliva in gran fama il Bersolin, il quale riprodusse con gran precisione gli incantevoli monumenti di Venezia, mentre in Roma un inglese, di nome Anderson, fotografava con eguale esattezza e forse con maggiore effetto quelli non meno stupendi di Roma. In Toscana la fotografia contava parecchi studiosi, ma tutti vagavano incerti ed affannavansi a trovare il metodo di far bene. La vista dei lavori del Bersolin e dell'Anderson accese in due giovani fratelli chiamati Alinari l'amore dell'arte. Ma per ben coltivarla avevano mestieri di mezzi superiori alle condizioni loro. Trovarono un protettore nel signor Giuseppe Bardi, figlio del famoso calcografo Luigi, e proprietario del più bel negozio di stampe che esista dovecchessia. Egli, conoscendo il buon volere, anzi l'ardente desiderio, nonché l'ingegno dei giovani Alinari, li provvide di costosissimi strumenti pel loro laboratorio, e come ne ebbe vedute le prime prove, diede loro i mezzi necessarii a viaggiare a Roma, a Venezia e perfino in Inghilterra, perché visitassero gli studi dei più insigni fotografi e si perfezionassero nell'arte. Le sue speranze non furono punto deluse; le fotografie, che di mano in mano vedevansi esposte al pubblico nel suo negozio, sono una vera scala dal buono al meglio, e sempre verso il perfetto. In breve tempo gli Alinari compirono un gran numero di lavori che riproducono i più begli edificii, le statue, i luoghi di questa leggiadra e monumentale Toscana. Le loro fotografie, qui universalmente ammirate, venivano dianzi nella Esposizione Universale di Parigi rimeritate con la medaglia. Nella vasta collezione da loro mandata a Parigi ammiravasi tutto ciò che vi è di più pregevole fra i monumenti di Firenze, di Pisa e di Siena. Alcuni dei loro lavori sono veramente stupendi e sembrano insuperabili. Io non credo che esista fotografia la quale possa sostenere il paragone del lavoro degli Alinari che rappresenta le famose porte di San Giovanni del Ghiberti. Alla perfettissima precisione dei contorni è congiunto l'effetto de' lumi e delle ombre, e l'armonia dello insieme. Non è possibile rappresentar meglio un bassorilievo di bronzo. Le figure e gli ornati projettano sì che par di vedere gli originali. E non per tanto i lavori, che gli Alinari hanno eseguito dopo, sono superiori a quelli da loro esposti a Parigi. Uno scudo di Benvenuto Cellini, istoriato e cesellato con quella magia ch'era nota a lui solo; la Deposizione della Croce scolpita da Michelangiolo in avorio, e varie altre cose sono manifesti argomenti del loro continuo procedere verso il perfetto. Aggiungete che finora i fotografi hanno incontrato grande difficoltà nel riprodurre i monumenti che fossero privi del giusto punto di veduta, sì che la visuale non potesse convenevolmente abbracciarli; il che è un inconveniente che spesso ritrovasi negli antichi edifizii a cagione dell'angusto spazio dove i nostri maggiori gli innalzavano: difatti è stato impossibile finora riprodurre di faccia, a modo d'esempio, il Palazzo Strozzi e quello dei Medici, maraviglie dell'arte. Nonostante, i fratelli Alinari, non solo studiosi di tutto ciò che si va scrivendo in Europa intorno alla fotografia, ma scervellandosi sempre a perfezionare gli strumenti, con una modificazione da loro stessi fatta nella macchina, hanno vinto anche cotesto ostacolo. La distanza, che si richiedeva per collocare convenevolmente la macchina doveva essere almeno il doppio dell'altezza del monumento; per questa ragione depoloravasi che il famoso campanile di Giotto non si fosse potuto ritrarre dalla parte di San Giovanni, imperciocché esso è alto centoquarantaquattro braccia, e la estremità della piazza, sulla quale si poteva porre la camera oscura, ha una lunghezza molto minore. Gli Alinari, sperimentando la loro importante modificazione, giunsero a riprodurre intero il campanile di Giotto senza alterarne minimamente le linee estreme (come pur troppo soleva per lo innanzi accadere per la divergenza dei raggi del centro), e l'insieme e l'effetto pittorico. Con questo nuovo espediente ormai pochi saranno que' monumenti ch'essi non possano riprodurre in Firenze. I lavori fotografici eseguiti e pubblicati da loro sono più di cento. Il Moniteur di Parigi, ragionandone, li commendava altamente, e plaudiva al coraggio ch'ebbero gli Alinari di lottare coi più abili e numerosi esponenti di Francia e d'Inghilterra. (...)", articolo non firmato, della rubrica "Belle Arti", intitolato Corrispondenza della Toscana del Crepuscolo.
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[«Le arti del disegno», n. 52, 29 dicembre 1855]- |
"Onorificenze decretate agli artisti toscani dal giurì internazionale alla Esposizione Universale a Parigi./ " sotto questo titolo vengono raccolti tutti i premiati delle classi della pittura, dell'oreficeria, dell'arte vetraria e della ceramica, della scultura; nella classe XXIV, Industrie attinenti alle mobilie (tavoli in tarsia, in mosaico, sculture in legno, saggi di tipografia, saggi di calcografia) troviamo: "(...) Medaglia di seconda classe/Ai signori Fratelli Alinari, Firenze.- Collezione di disegni fotografici. Medaglia di seconda classe/ Al signor Alfonso Bernoud, Firenze.- Collezione di disegni fotografici.(...)"
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[«Le arti del disegno», n. 34, 23 agosto 1856]- |
"Nuove fotografie dei Fratelli Alinari pubblicate in Firenze da Luigi Bardi/ Più giornali d'Italia, di Germania, d'Inghilterra e di Francia già ricordarono con le debite lodi le opere di questi valenti fotografi, i quali da più anni con grande amore dell'arte e con studio crescente intendono a riprodurre i monumenti più belli di Firenze e delle altre città di Toscana. Il Palazzo Vecchio di Firenze, la Porta di S. Giovanni del Ghiberti, la grotta del Buontalenti del giardino di Boboli, la fontana di Gian Bologna, l'interno e gli affreschi del Camposanto di Pisa e il pulpito di Niccola Pisano, dettero loro nell'anno scorso lodi e premio all'Esposizione di Parigi: e questi ed altri lavori destarono ammirazione a Firenze, a Londra, a Berlino, a Ginevra, a Milano , e dovunque furono esposti a pubblica mostra, e ora rappresentano degnamente la nostra fotografia e fanno risplendere i monumenti dell'ingegno italiano all'Esposizione delle Arti Industriali a Bruxelles. Gli Alinari bramosi di popolarizzare le grandi opere, per cui anche nelle infinite sciagure questa patria rimase sì bella portarono nella nobile impresa l'amore e l'energia che scaldano e fortificano il cuore a venti anni, e nelle riproduzioni dei capi d'opera lavorarono con studio e con ingegno d'artisti. I loro lavori giunsero fin qui a 180: né il molto operare fu di ostacolo allo studio diligente e amoroso, come degli strumenti dell'arte, così degli effetti e dell'artistica verità delle copie, le quali ogni giorno mostrarono progresso e nuovo perfezionamento raggiunti con rara costanza di prove e di sforzi. Fra le molte cose che potremmo citare bastino come più maravigliosa la Porta di S. Giovanni del Ghiberti, in cui il bronzo e tutte le particolarità ond'è istoriata, sono riprodotte con verità e chiarezza non mai viste fin qui; il Campanile di Giotto, la Cupola del Brunellesco, la loggia dell'Orgagna, il Deposto di croce da un bassorilievo di Michelangiolo, i sepolcri dei Medici, e più altri monumenti di Pisa e di Siena. Dei quali è impossibile fare intendere i molteplici pregi a chi non abbia le fotografie stesse sott'occhio. Ricorderemo soltanto che in esse apparvero mirabili a tutti il punto di vista preso con pieno sentimento dell'arte, il bello effetto di luce, per cui i chiaroscuri rendono benissimo l'eleganza, l'armonia e la magnificenza dei monumenti; la prospettiva aerea, una delle difficoltà che il fotografo di rado può vincere; quindi il colore durevole, la nitidezza di tutto il complesso, e la trasparenza nell'ombre. Le più grandi disperazioni dei fotografi di monumenti architettonici e di affreschi sono le situazioni di essi ribelli all'arte, la mancanza dello spazio necessario a porre alla vera distanza la macchina fotografica, e la scarsità della luce. Ma i fratelli Alinari non furono spaventati da queste difficoltà quasi invincibili. Provando e riprovando e modificando con loro trovate la macchina vinsero maestrevolmente gli ostacoli della mancanza di spazio e di luce: e ne sono prova eloquente il citato Campanile di Giotto ritratto in tutta la sua lunghezza dalla parte di S. Giovanni, i Sepolcri dei Medici scolpiti da Michelangiolo in S. Lorenzo, gli affreschi del Camposanto di Pisa, e l'interno e gli affreschi della chiesa di Assisi. Questi ultimi lavori fanno parte di quelli che noi vogliamo più particolarmente annunziare perché sono le più recenti riproduzioni di questi valorosi fotografi, e perché danno una prova novella del come l'arte in loro mano faccia sempre nuovi e più grandi progressi, e vada a perfezione che per l'avanti non sembrava sperabile. Da una gita fatta non ha guari negli stati romani essi riportarono parecchie vedute che esposte al negozio Bardi sulla piazza di S. Gaetano fanno l'ammirazione del pubblico fiorentino che ama tutte le belle e amabili cose. Fra queste nuove vedute fa bellissima mostra la chiusa della Chiana presso Arezzo ove sono maravigliose la prospettiva aerea, la trasparenza dell'acqua, e la riproduzione degli alberi, che sono un'altra disperazione dei fotografi, perché col dare un tuono troppo oscuro scordano dal resto. Nella veduta del Duomo di Orvieto sono riprodotte con microscopica esattezza le particolarità più minute senza toglier nulla all'effetto generale del magnifico insieme. E qui pure è vinta la difficoltà di cui ho toccato di sopra, derivante dalla mancanza di giusto spazio tra la situazione della macchina fotografica e il monumento. Da Perugia sì ricca di opere belle i Fratelli Alinari ci portarono le vedute della fontana di Niccola Pisano e della Chiesa di S. Bernardino coi suoi stupendi bassorilievi. Poi procedendo più avanti per l'Umbria ritrassero l'interno e il panorama della chiesa degli Angeli, il primo dei quali per l'effetto della luce sembra un bell'acquerello più che una riproduzione fotografica. Di Assisi ove tra gli eleganti avanzi dell'architettura romana la chiesa di S. Francesco architettata da Lapo è come un museo storico del risorgere dell'arte in Italia, raccogliendo le opere di Cimabue, di Giotto, di Guido da Siena, di Giunta Pisano, di Simone Memmi, di Giottino, di Bartolomeo da Foligno, del Perugino e di altri ,abbiamo ammirato la veduta del Tempio di Minerva, e della chiesa di S. Francesco stesso col celebre affresco dell'Overbeck. Finalmente vuolsi ricordare con lode la riproduzione di un bel disegno dell'affresco di Simon Memmi che nella medesima chiesa rappresentò S. Martino armato cavaliere dall'Imperator Giuliano. Vuolsi anche far noto agli amatori dell'arte che questa è la prima pubblicazione di una serie di affreschi dei grandi pittori della chiesa di Assisi, i quali disegnati da una società di valorosi artisti romani saranno pubblicati con la fotografia dei nostri Alinari: e tale opera sarà la prima fatta in Italia per conservar memoria delle migliori pitture antiche che per le ingiurie del tempo e degli uomini ogni giorni più deperiscono. Credemmo debito di ricordare queste opere dei Fratelli Alinari, i quali senza maestro e guidati solo dal nobile amore dell'arte con lunghi studii e costanti sforzi superarono le maggiori difficoltà e giunsero a riprodurre meglio di ogni altro in Toscana, e a divulgare le immagini dei monumenti per cui questa povera Italia è ancora amata e ammirata. Atto Vannucci."
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[Exposition...1856]- |
"M.M. Alinari frères (N° 190), à Florence, exposent de vues de Florence et de Pise, parmi les quelles figurent de curieuses reproductions des fresques du Camposanto, de Pise. Ce travail, dans un local faiblement éclairé, a présenté des difficultés d'exécution que M. Alinari a heuresement surmontées.", p. 1237, sotto "XXVI Classe. Dessin et plastique appliqués à l'industrie, imprimerie en caractères et en taille-douce, photographie, etc. (...) 4e section. Photographie (...) I Monuments. (...) Gran-duché de Toscane. Médaille de 2e classe."
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[«Rivista di Firenze e Bullettino delle arti del disegno», a. I, 1857, vol. I]- |
A p. 236 della terza dispensa c'è un articolo intitolato "Cronaca artistica" in cui si parla di scultura e di pittura, e anche di fotografia: "(...) Gli Alinari di Firenze hanno dato nuova prova della loro molta perizia dell'arte, con la riproduzione dell'Astianatte di Bartolini e dello studio del medesimo artista.(...)"
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[Guida...1858]- |
"Negozianti di stampe e quadri. Bardi Luigi, - Piazza S. Gaetano.- Editore della grandiosa opera la Galleria del Palazzo Pitti e di molte collezioni ed incisioni in rame- Il signor bardi, oltre che editore e proprietario della maggior parte dei rami incisi dai celebri Morghen, Garavaglia, Longhi etc, tiene copiosissima raccolta di fotografie rappresentanti vedute, ed opere di scultura e pittura dei più celebri autori, sieno queste della Toscana come di alcune altre città d'Italia, ma segnatamente degli Stati Romani; fotografie tutte rilevate dai notissimi Fratelli Alinari addetti allo stabilimento medesimo, dove possono acquistarsi tanto le opere complete come qualunque stampa separatamente.", voce "Negozianti di stampe e quadri".
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[«Rivista di Firenze e Bullettino delle arti del disegno», a. II, 1858, vol. IV]- |
"Disegni di Raffaello e d' altri maestri esistenti nelle Gallerie di Firenze, Venezia e Vienna riprodotti in fotografia dai Fratelli Alinari e pubblicati da L. Bardi in Firenze./ Dell'eccellenza dei Fratelli Alinari nell'arte fotografica specialmente a riprodurre gli edifizii, non è qui luogo a parlare, dopoché essi sono stati da lungo tempo posti nel numero dei migliori fotografi, come provano le richieste che da ogni parte si fanno dei loro lavori, e le onorificenze ottenute nelle esposizioni di Parigi e Brusselle, e le lodi fatte di essi in molti giornali, e nello stesso Monitore Universale di Francia da un giudice competentissimo, qual'è M. Lacan direttore del giornale fotografico La Lumière. Perciò noi ci limiteremo a dar qualche cenno della bellissima opera recentemente compita, della riproduzione dei disegni dei grandi maestri. Nell'esatta riproduzione delle fabbriche, dei quadri, delle statue, e delle persone la fotografia incontra grandi ostacoli provenienti in parte dalla natura stessa degli strumenti adoperati, e in parte dallo stato ancora incipiente di questa nuova arte scientifica: ostacoli nel vincere più o meno i quali sta appunto il diverso grado di perfezione che possono raggiungere i cultori di questa arte, che ha qualche cosa in sé di magia. Ma quasi tutte queste difficoltà spariscono nel riprodurre i disegni; onde chi possieda una di queste riproduzioni è quasi come se avesse l'originale stesso, almeno per ciò che riguarda il pregio artistico. Ognuno sa con quante fatiche e forti spese sono state fatte grandiose collezioni di disegni originali tanto dai privati che dai governi; e come gelosamente si custodiscano da divenire quasi tutte veri nascondigli di sì preziosi tesori. Ora con la riproduzione fotografica questi tesori tornano in giro, in quel numero preciso che il bisogno degli artisti e degli ammiratori richiede; senza che si tolga pregio con ciò a queste collezioni, anzi venga esso accresciuto, per esser così meglio conosciute da tutti. Della grande utilità poi di queste riproduzioni per gli artisti nessuno sarà che non sia persuaso: purtuttavia per citare un'autorità, diremo come recentemente il sig. Ruskin in un suo discorso intorno all'educazione artistica letto a Liverpool nell'adunanza per l'avanzamento della scienza sociale (vedi l'estratto dalla Literary Gazette nel Galignani 28 ottobre 1858) proponeva appunto di far copiare ai giovani che studiano le arti del disegno alcuni di questi lavori fotografici degli Alinari esaltandone la precisione e la bellezza. E i disegni riprodotti di cui parla con lode il sig. Ruskin sono quelli scelti nella Galleria degli Uffizii di Firenze; e che formano la prima serie, già da qualche tempio pubblicata, e di cui rese brevemente conto la nostra rivista nel fascicolo del febbraio 1858. Non è molto tempo che alcuni tra i migliori disegni dei più grandi maestri furono esposti al pubblico nella Galleria degli Uffizii. Ma siccome pochi sono coloro che possono recarsi in Firenze a studiarli, venne felicemente in pensiero ai Fratelli Alinari di riprodurne cinquanta per soddisfare alla giusta curiosità degli ammiratori e per far cosa utile agli artisti, che potrebbero così averli sempre presenti e studiarli a lor agio. La pubblicazione di questa prima serie fruttò agli Alinari molti incoraggiamenti alla prosecuzione di tal genere di lavori sì utili, già da essi promessa; e da un illustre personaggio inglese furono invitati a riprodurre tutti i più pregiati disegni del divino Raffaello, che sono nella Galleria di Venezia e in quella dell'Arciduca Carlo in Vienna, ricca di più che 30 mila disegni di tutte le scuole. Gli Alinari lieti di essere prescelti ad eseguire una commissione sì onorevole, si portarono sollecitamente a Venezia e a Vienna nell'estate decorsa, e ottennero per le raccomandazioni dell'illustre committente tutte le agevolezze necessarie per eseguire il lavoro. E per fare una scelta giudiziosa fra tanti disegni si attennero, oltre al loro gusto artistico, alle indicazioni del Passavant; il quale con quella coscienza e quel sapere che ognuno riconosce nei dotti della Germania, ha descritti minutamente nella sua opera ( Rafael von Urbino ec. Lipsia 1839) tutti i disegni di Raffaello, indicandone della maggior parte la provenienza. La riproduzione di questi disegni fu divisa in due serie, di ottanta disegni ciascuna; ponendo nella seconda quelli di Venezia e nella terza quelli di Vienna. Per dare qualche cenno di quelli che ci piacquero di più, andremo notando i disegni di Raffaello con l'ordine dei numeri che hanno nel catalogo stampato; senza però far parola dei loro pregi perché ciò richiederebbe troppo lungo discorso e perché di tanto maestro è meglio tacer che dirne poco. Nella serie seconda al N. 23 S. Sebastiano che legato all'albero volge gli occhi al cielo, mezza figura a penna da un dipinto del Perugino: N. 26 Gesù bambino in atto di dare la benedizione: N. 35 un pastore che suona la cornamusa camminando, disegno all'acquerello: N. 41 ritratto di bella ragazza con la testa volta un poco a destra e i capelli elegantemente divisi in trecce, studio a penna dal vero: N. 54 due cavalieri in sella, studio a penna e acquerello per l'affresco di Siena; N. 56 studio di una Madonna in mezza figura, col Gesù bambino in bellissimo atto di benedire, tocco in penna con ombreggiature all'acquerello: il bambino è certamente di Raffaello ma la Madonna disegnata in contorni sembra d'altra mano: N. 66 soldato a cavallo che combatte contro due uomini nudi, armati di scudo e di lancia, disegno a penna di una freschezza maravigliosa: N. 67 uomo nudo portante un vessillo: N. 70 tre giovani nudi in piedi, uno dei quali pare che incoroni quello di mezzo: N. 75 veduta della città di Urbino con parti del castello e del Duomo, tocco in penna. Nella terza serie N. 4 Giacobbe al pozzo con la figlia di Labano, studio a penna per la pittura delle Logge Vaticane: N. 6 Giuseppe che spiega il sogno ai fratelli per lo stesso affresco: N. 14 15 e 16 studio dal nudo degli Apostoli per il quadro della Trasfigurazione: N. 17 disegno a penna della Trasfigurazione simile al quadro, ma con tutte le figure nude: N. 20 il martirio di S. Stefano primo pensiero per il cartone degli arazzi: nove figure a penna tutte nude: N. 22 Madonna Canigiani, ora nel museo di Monaco, leggero tocco in penna e matita rossa; manca la figura di S. Giuseppe: N. 23 Madonna della melagrana; la Vergine in mezza figura nell'atto di porgere una melagrana al bambino seduto innanzi a lei sopra un guanciale; disegno a carbone e matita nera, che forse servì per qualche pittura ora smarrita: N. 40, 41, 42 studi a matita rossa della Sibilla Tiburtina, della Sibilla Cumea e dell'angiolo per l'affresco in S. Maria della Pace a Roma: N. 45 S. Ambrogio e Pietro Lombardo e un'altra figura schizzata a penna per la disputa del Sacramento, con un sonetto di mano di Raffaello con varie scancellature, che comincia lingue or di parlar, ma che è mutilato da un taglio del foglio: N. 51 Dante in piedi visto di profilo; tiene la Divina Commedia sul petto, tocco in penna per il Parnaso ma leggermente toccato nella parte inferiore; N. 53, 54, 55 studi per L'incendio di Borgo, delle due donne col bambino in ginocchio, del Giovane che si getta dal muro, e del giovine che porta sulle spalle il padre: dai diversi studi di quella pittura apparisce come Raffaello impiegasse tutto il suo sapere per potere star degnamente a confronto di Michelangiolo anco nel dipingere i nudi: N. 62: Le Nozze di Alessandro con Rossane. Essa siede vergognosa mentre Alessandro le porge una corona, Amore ed Imene con undici amorini reggono l'asta e lo scudo, disegno a matita rossa con tutte le figure nude: N. 67 Due uomini nudi in piedi, studio dal vero a matita rossa mandato in dono da Raffaello ad Alberto Durero, come egli di sua mano ha scritto in tedesco; parole che tradotte dicono: 1515 Raffaello d'Urbino tanto stimato dal Papa, ha disegnato queste figure nude e le ha spedite ad Alberto Duro a Norimberga per fargli conoscere la sua mano: N. 70 due giovani nudi sopra una collina, disegno dal vero a penna: N. 78 tocco in penna con un poco d'acquerello per la facciata di S. Lorenzo di Firenze, di architettura romana con due torri laterali; la cui parte di mezzo rammenta un poco la facciata di S.M. Novella. Questo disegno è attribuito a Raffaello; ed in fatti è scritto che ei "fu condotto in Firenze da Leone X con Michelangelo a motivo della facciata di S. Lorenzo che questo Papa ideava di fare." Compiti a Vienna questi ottanta disegni di Raffaello, i Fratelli Alinari scelsero altri dieci disegni di diversi artisti; e ammirabili ci sembra riuscissero: N. 83 La Vergine e vari santi, bel disegno del Perugino, ma molto danneggiato: N. 85 Ritratto del Savonarola; bel disegno di Leonardo da Vinci a penna e acquerello con un contorno del Vasari: N. 86 frontespizio per un messale, bellissima miniatura su cartapecora di fra Antonio da Modena; N. L'Annunciazione bellissimo disegno a penna e acquerello del Domenichino: N. 88 studio di donna a matita nera con autografo di Michelangiolo con autografo: N. 90 Parabola dei vignaioli disegno a matita nera di Andrea del Sarto e qui noi facciam fine ringraziando i valenti fotografi e l'editore che agli artisti dettero modo di studiare e a noi di ammmirare questi disegni dei grandi maestri."
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[Guida...1860]- |
"Alinari Fratelli.-Piazza di S. Gaetano, negozio Bardi", p. VIII, sotto "Negozianti di Fotografia" ("Indicazioni e recapiti", p. III)
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[Guide...1860]- |
"Alinari (Place S. Gaetano, Magasin Bardi).", p. XIV sotto'Marchand de photographie" ("Renseignements et adresses", p. V.).
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[Guida...1861]- |
Palazzo delle Esposizioni di Firenze, Sala del trono: "Vasto emiciclo eretto, come lo dice il suo nome, per accogliere alle adunanze dei giurati. Nelle pareti di esso emiciclo osservasi la mostra di diversi saggi fotografici fra i quali notiamo: (...)30 Alcuni egregi lavori del Sig. Alinari.", p. 13.
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[Indicatore per il forestiero...1861]- |
"Principali fotografi. (...) Alinari Fratelli, presso la piazza di S. Gaetano(...)", p. 54.
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[Murray's...1861]- |
(...) Photographs.- The photographic views of florentine monuments are principally by Alinari, and inferior to those of Rome, Venice, and other large italian towns; whilst the prices are much higher. Besides these views, Alinari has published a series of upwards of 200 photographic fac-similes of the designs of the great masters from the galleries of the Uffizi, of the Accademia delle Belle Arti at Venice, and of the Archduke Charles at Vienna; their prices, the same as of the views, 4 and 6 fr. each. Alinari's photographs of statues are very far behind those of Rome, being for the most part taken from casts or engravings.(...)", p. VII.
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[Esposizione...1862]- |
"(...) 4817. Alinari fratelli, Firenze. -Fotografie (35 quadri).", p. 201, Quinta Sezione, Fotografia, (...) Toscana (sotto "Classe X, Chimica).
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annotazioni |
Nell'indice: "QUINTA SEZIONE Fotografia.
Sottosezione . 1a Materiali impiegati.
" 2a Processi e metodi.
" 3a Apparati.
" 4a Prodotti.
Collezione di ritratti, vedute, monumenti ec."
Queste sottosezioni non sono riportate nell'elenco degli espositori della quinta sezione, compaiono solo nell'indice.
"Espositori Premiati. (...) Classe X (...) Alinari fratelli di Firenze.", p. 416.
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[Exposition...1862]- |
"Liste des exposants courounnés (...)Classe XIV. Photographie et appareils photographiques. Médailles. 1257 Alinari frères. Florence. Pour la grande beauté de leurs photographies.", p. XXX.
"Classe XIV, Photographie (Photography and photographic apparates). (...) 1425-1251 Alinari frères. Florence. Panorama de Florence. Place dite de la Signoria.- Florence. Clocher du dôme de Florence, dit le Campanile di Giotto.- Florence. La cène de Raphaël. Camposanto de Pise. Vues de l'interieur. Portraits-Cartes. Portraits divers. Reproduction photographique de dessins de Raphaël des Galeries de Florence, de Venise et de Vienne.", p. 281.
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[Guida...1862]- |
"Negozianti di fotografia. Alinari Fratelli- Piazza S. Gaetano. Negozio Bardi."
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[Nuova guida...1863]- |
"Alinari Fratelli, Via Cornina presso la piazza di S. Gaetano.", pp. 326-327, sotto "Fotografie". Non citati sotto "Ottici" né sotto "Venditori di incisioni e stampe".
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[Guide...1864]- |
" Renseignements et adresses. (...)Photographs. Alinari Fratelli (via Nazionale).", p. XIII.
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[Guida...1865]- |
" Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)", p. VIII, sotto "Indicazioni per il forestiero".
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[Murray's...1865]- |
"(...) Photographs.- The photographic views of florentine monuments are principally by Alinari, and inferior to those of Rome, Venice, and other large italian towns; whilst the prices are much higher. Besides these views, Alinari has published a series of upwards of 200 photographic fac-similes of the designs of the great masters from the galleries of the Uffizi, of the Accademia delle Belle Arti at Venice, and of the Archduke Charles at Vienna; their prices, the same as of the views, 4 fr. each. Alinari's photographs of statues are very far behind those of Rome, being for the most part taken from casts or engravings.(...)".
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[Guida manuale...1866]- |
"Indicazioni utili al viaggiatore.(...) Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)", p. 8.
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[Dei prodotti...1867]- |
"Sezione prima.-Materiale e applicazioni delle arti liberali(...) Classe IX.- Saggi ed apparecchi da fotografia(3). Ai progressi che l'arte fotografica ha fatto in questi ultimi anni Firenze non è rimasta al certo indietro, in confronto delle altre città della Penisola, e quest'arte ha saputo altresì resistere alla concorrenza che ad essa hanno fatto i prodotti esteri ed in specie quelli provenienti dalla Francia. Il numero dei fotografi è andato sempre aumentando, e quindi può dirsi che quest'arte procura fra noi lavoro a non poche persone, non solo nell'esercizio della fotografia, ma pur anche nel commercio degli apparecchi e delle sostanze chimiche a quella necessarie. E' da osservarsi che alcuni fotografi si servono di non poche materie prime del paese, ma queste non raggiungono ancora la perfezione di quelle provenienti dalla Francia e dalla Prussia, le quali sono perciò maggiormente adoprate. In questa classe abbiamo i seguenti espositori: Alinari Fratelli, di Firenze. Diversi quadri in fotografia. Fra i non pochi fotografi, che con onore esercitano l'arte loro in Firenze, è indubitato che i fratelli Alinari tengono il primo posto. Il loro stabilimento è tra i più eleganti d'Italia e dell'estero, oltre a ciò esso è di una notevole importanza industriale per la produzione annua di più che 60,000 fotografie di varie grandezze, dalle quali si ottiene un retratto di oltre L. 70,000. In questo stabilimento vengono adoprate le macchine di Dallmeyer, Woighlander, Du Boscq ecc. ed i processi degli Alinari stessi, ed i loro prodotti si sono già aperti anche una via di smercio in America, in Francia ed altrove. Lo stabilimento Alinari conta 17 uomini occupati nelle varie preparazioni necessarie all'arte fotografica.(1) " La descrizione si trova alle pgg. 18 e 19 nelle quali, a fondo pagina, si trovano rispettivamente le note (3) e (1): (3) Questa classe comprende: Fotografie su carte, su vetri, su legno, su stoffe, su smalto. Incisioni eliografiche. Saggi litografici. Impronte fotografiche. Saggi stereoscopici e stereoscopi. Saggi ottenuti per ampliazione. Strumenti apparecchi e materie prime della fotografia. Materiale dei laboratorj dei fotografi. (1) Premiati a Firenze nel 1861.
La sezione prima comprende: classe VI- Prodotti di stamperia e di libreria; classe VII- Oggetti di cartoleria, legature, materiale delle arti della pittura e del disegno; classe VIII- Applicazione del disegno e della plastica alle arti usuali; classe IX- Saggi ed apparecchi da fotografia; classe X- strumenti musicali; classe XI- Apparecchi e strumenti dell'arte medica; classe XII- Istrumenti di precisione e materiale per l'insegnamento delle scienze; classe XIII- Carte ed apparecchi per la geografia e la cosmografia.
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[Firenze...1867]- |
"Fratelli Alinari Via Nazionale.", p. 16, sotto "Fotografie" (categoria Belle Arti, p. 14, ovvero "Avvertenze, consigli e indicazioni utilissime", p. 5).
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[Guida manuale...1868]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)", p. 9.
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[Guide de Florence...1868]- |
"Photographes. Alinari frères (via Nazionale).(...)".
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[Guide...1868]- |
"Alinari, Rue Nazionale.", p. 8, sotto "Photographes"( "Renseignements pour les voyageurs", p. 3 ).
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annotazioni |
Non citato a p. 7 sotto "Marchands de Gravures et Photographies".
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[Guida...1869]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale(...)", p. 13.
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[Guida manuale...1869]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)", p. 9.
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[Guida...1871]- |
"Fotografi(...) Alinari, via Nazionale(...)", p. 14.
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[Guida...1872]- |
"Fotografi(...) Alinari, via Nazionale(...)".
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[Esposizione...1873]- |
"Gruppo XII-Arti Grafiche e Disegno. (...)Le riproduzioni dei capi d'arte scultoria e pittorica operate dagli Alinari di Firenze, meritarono i primi onori con la medaglia del progresso.", si tratta di un brano della relazione di Antonio Pavan, p. 37. (fascicolo IV).
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[L'Esposizione...1873]- |
"I Premiati Italiani del Gruppo XII (...) E. Fotografia. Medaglia di progresso (...)-Fratelli Alinari, di Firenze, per le porte del Ghiberti.", articolo della dispensa n° 33, p. 259.
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[Guida di Firenze...1873]- |
"Alinari, Via Nazionale.", p. XXI sotto "Fotografi" tra le "indicazioni generali". Gli Alinari sono citati nella stessa pagina: "Negozianti di Fotografie e Stampe (...)Fr. Alinari, via Tornabuoni, palazzo Corsi." Non citati sotto "Ottici".
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[Guida scientifica...1873]- |
"Alinari fr. (premiati con diverse medaglie). Stabilimento fotografico v. Nazionale 8, magazzino di fotografie, v. Tornabuoni 20.", p. 170, sotto "Fotografi"; gli Alinari sono citati nella stessa guida a p. 227: "Stampe e fotografie (negozianti di )(...)Alinari fr., gran deposito di fotografie artistiche, in via Tornabuoni 20, Stabilimento, via nazionale 8".
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[Nuova guida...1873]- |
"Fotografi. Alinari Fratelli, via Nazionale, n. 8 (succursale, via Tornabuoni, n. 20, Palazzo Corsi).", p. IX.
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[Guida...1874]- |
"Fotografi(...) Alinari, via Nazionale(...)".
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[Guida...1875]- |
"Fotografi(...) Alinari, via Nazionale(...)", p. XXI.
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[New guide...1875]- |
"Alinari Brothers- 8 Via Nazionale and 20 Via Tornabuoni (Portico of the Corsi Palace)", p. 117, all'interno della guida sotto "Principal Photographers".
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[Guida...1875]- |
"Alinari, Via Nazionale.", p. 9, sotto "Fotografi", tra le "Indicazioni utili al viaggiatore". V. Anche a p. 8: "Negozianti di fotografie. Alinari, Via Tornabuoni."
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[Nouveau...1875]- |
"Alinari (frères).- Via Nazionale 8; et loge du palais Corsi, Via Tornabuoni, 20.", sotto "Principaux Photographes", tra gli "Adresses".
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[Cities...1876]- |
"Florence. General aspect. (...) Photographers. The brothers Alinari, 8, Via Nazionale.",, vol. III, cap. XLVIII., p. 1.
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[Guida manuale...1876]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)", p. 9.
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[Indicatore...1876]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato con diverse medaglie, Via Nazionale 8. Magazzino di fotografie, via Tornabuoni 20.", p. 103 sotto "Fotografi" ("Professioni, Arti- industrie e commercio", p. 67).
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annotazioni |
V. Anche alla voce "Stampe e fotografie- (depositi di) (...) Alinari fratelli (fotografie artistiche) v. Tornabuoni 20 e v. Nazionale 8."
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[Indicatore...1877]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato con diverse medaglie, V. Nazionale, 8. Magazzino di fotografie, via Tornabuoni, 20.", p. 133, sotto "Fotografi", ("Professioni, Arti - industrie e commercio", p. 90). V. Anche alla voce "Stampe e fotografie- (depositi di) Alinari fratelli, fotografie artistiche, v. Tornabuoni, 20 e v. Nazionale, 8."
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[Guida manuale...1878]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale.(...)".
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[Indicatore...1878]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, V. Nazionale, 8. Magazzino, V. Tornabuoni 20.", p. 144, sotto "Fotografi" ("Professioni, ARTI- industrie e commercio"). V. Anche alla voce: "Stampe e Fotografie- (depositi di)".
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[Indicatore...1880]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 144, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie. Depositi".
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[L'Esposizione...1879]- |
"CLASSE XII. 1. Alinari fratelli Firenze.-Fotografie, ritratti e vedute.", dispensa 39a, p. 310.
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[Esposizione...1881]- |
"La fotografia/(...) I Fratelli Alinari di Firenze, tengono il primo posto fra i fotografi vedutisti d'Italia: avanti alla loro mostra si è compresi di ammirazione. Il ritratto di S. Giovanni e quello di Elisabetta Le Brun, della grandezza di oltre il doppio foglio, sono ottenuti direttamente. La porta del Ghiberti (Battistero di Firenze) è un lavoro di una finezza straordinaria. Quella riproduzione che consta di più fogli, è riunita con tanta diligenza da ingannare i meno esperti osservatori. Ed eguale lode tributiamo al Giudizio Universale in otto pezzi, che è pure messo assieme maravigliosamente. In una modesta cornice s'ammirano ritratti dei fratelli Alinari i quali sebbene in cattiva luce, pure sono distinti per finezza di dettaglio, morbidezza ed intonazione. Con queste prove i fratelli Alinari vollero essere distinti ed ammirati anche come ritrattisti. E dopo tante lodi mi permetto di raccomandare ai Fratelli Alinari i processi di stampa inalterabile, dei quali non hanno esposto nulla, come pure il processo rapidissimo alla gelatina bromuro d'argento : processi nei quali sta l'avvenire della fotografia. (...)", dispensa 21a, p. 162, dove gli Alinari vengono citati subito prima del Brogi.
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[Esposizione...1881]- |
"I Premiati all'Esposizione Nazionale-Sezione XIII-Carta, cartoleria ed arti grafiche. Medaglia d'argento(...)- Alinari fratelli, Firenze.", dispensa 37a, p. 295.
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[Esposizione...1881(catalogo ufficiale)]- |
"3685. Alinari fratelli, Firenze.-Fotografie ottenute con diversi processi. Premiato a Firenze, Parigi, Londra e Vienna.", p. 265, "Gruppo VI. Industria della carta ed affini, arti grafiche. Classe XXXIa. Prodotti e processi delle arti grafiche. Concorrono a formare questa classe l'industria tipografica dapprima, poi tutte quelle che le sono affini, in quanto appunto hanno vita dall'esercizio di un'arte grafica. Eccone le principali suddivisioni:
a) Saggi di tipografia nelle produzioni librarie di ogni qualità e formato; saggi di collezioni e raccolte letterarie, scientifiche, artistiche, ecc.; saggi di pubblicazioni periodiche politiche (giornali); saggi di stampati di ogni genere per il commercio e le industrie (avvisi, prospetti, circolari, ecc.).
b) Saggi di litografia di ogni qualità e formato, tanto in nero quanto in colori (cromolitografia), tanto in servizio del commercio, quanto delle arti. Saggi di autografia.
c) Saggi di calcografia di ogni qualità e formato, tanto in nero che policrome, tanto commerciali che artistiche.
d) Saggi di xilografia (incisioni in legno) e tirature fatte sugli stessi.
e) Saggi di stereotipia e galvanotipia, in lastre di qualunque metallo, e tirature fatte sulle stesse.
f) Saggi di carte valori ( biglietti di banca, obbligazioni, azioni, chèques, francobolli, ecc.).
g) Saggi di edizioni musicali, tanto incise che litografate, ecc.
h) Saggi di carte geografiche e topografiche, atlanti, carte murali, piante di città, ecc.- Carte da giuoco tanto stampate sopra incisioni in rame, e sul legno, quanto litografate, ecc.
i) Saggi di oleografia in genere.
j) Invenzioni e perfezionamenti del materiale di esercizio( in francese detto outillage) delle arti suindicate (escluse le macchine che fanno parte del gruppo II, Classe 10a.). Inchiostri tipografici, litografici, ecc.
l) Saggi apparati e materiale di fotografia.- Saggi: fotografie ai sali d'oro e d'argento sulla carta, fotografia sul vetro, sul legno, sulla porcellana, sulle stoffe, ecc.- Apparati: obbiettivi, camere oscure, treppiedi, tende di campagna, apparecchi di ingrandimenti e cilindri.- Materiale: bacinelle di ogni sorta, cassette a scanalature, carri automatici per obbiettivi, ecc., e cioè quanto occorre per l'allestimento di una officina fotografica.
m) Saggi e processi di fotoincisione, fotolitografia, fotozincografia, calcofotografia, fotantracografia, ecc., ritenendo comprese in questa suddivisione tutte quelle applicazioni della fotografia, in cui essa, per mezzo di processi chimici, si sostituisca direttamente alla mano dell'uomo nelle arti grafiche.
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[Esposizione...1881(elenco dei premiati)]- |
"Alinari fratelli- Firenze.", sotto "Sezione XIII. Classi 29a, 30a, e 31a. Processi e prodotti delle cartiere-Applicazioni dei prodotti delle cartiere- Prodotti e processi delle arti grafiche.(...) Medaglia d'argento".
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annotazioni |
In questo caso i fotografi risultano tra i premiati insieme a specialisti di altra professione (editori ecc.). Vi sono altri nomi di fiorentini ma, essendo raggruppate professioni eterogenee, è difficile stabilire se vi siano dei fotografi.
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[Indicatore...1881]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8, Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 155, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie. Depositi".
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[Hand-book...1882]- |
"Photographers. Alinari, via Nazionale."
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[Indicatore...1882]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20. Nuovo processo istantaneo.", p. 162, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie."
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[Nuova guida...1882]- |
"Alinari F.lli , Via Nazionale, 8, (succ. Via Tornabuoni, 20, Palazzo Corsi).", sotto "Fotografi", tra le "Indicazioni", p. IX.
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[Bacciotti's...1883]- |
"Photographers. Mess. Alinari brothers/ photographic establishment (via Nazionale n. 8)/ a very elegant establishment, where strangers may obtain portraits executed in any size, from the «carte da visita»- At Mess. Alinari's retail departement, connected with the establishment, may be found a large collection of views of Florence and other principal towns of Italy- Also an interesting collection of artistic photographs, taken from the galleries and from the drawings and frescoes of the most celebrated painters (free access to the establishment)", p. 80.
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[Indicatore...1883]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20. Nuovo processo istantaneo.", p. 162, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie.".
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[Esposizione...U.T.E.T.1884]- |
"6917. Alinari fratelli, Firenze.-Fotografie.", p. 546, sotto "Prodotti delle arti grafiche", "Divisione VII-Industrie manifatturiere (...) 2. Industria della carta e affini (...) Arti grafiche".
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[Esposizione...1884]- |
"Diploma d'onore (...) 9. Alinari fratelli, Fotografi. Firenze. «Esposero splendide riproduzioni di oggetti d'arte, quadri interni, ecc., e lavori nuovissimi al carbone con applicazioni di doratura ed argentatura.»", sotto "Divis. VIIa, classe 2a".
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[Indicatore...1884]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20. Nuovo processo istantaneo.", p. 165, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Florence...1884]- |
"Photographers. The brothers Alinari, 8 via Nazionale(...)"
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[Indicatore...1885]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20. Nuovo processo istantaneo.", p. 171, sotto "Fotografi". Citati alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Indicatore...1886]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 172, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Guida manuale...1886]- |
"Fotografi. Alinari, via Nazionale, 8.", p. 11.
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[Guida tascabile...1886]- |
"Alinari Flli, via Nazionale, 8, con succursale, via Tornabuoni, 20.", p. 15.
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[Guida manuale...1887]- |
"Alinari, V. Nazionale, 8.", p. 11. sotto "Fotografi"( "Indicazioni utili", p. 7). V. Anche sotto "Stampe e fotografie", nella stessa pagina, prima dei fotografi.
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[Indicatore...1887]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 181, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Indicatore...1888]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 182, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Indicatore...1889]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 183, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Florence...1890]- |
"General aspect(...) Photographers. For portraits the brothers Alinari, 8 via Nazionale."
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[«Bullettino della S.F.I.», febbraio-marzo 1890]- |
Tra i membri della Società Fotografica Italiana alla data del 26 febbraio 1890 compaiono: Giuseppe, Giuseppe del fu Leopoldo e Vittorio Alinari (p. 146).
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[Indicatore...1890]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 183, sotto "Fotografi". V. Alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», aprile-maggio 1890]- |
" Giuseppe Alinari. Giuseppe Alinari non è più! L'inesorabile Parca tagliava crudelmente il filo di questa cara esistenza il 24 aprile decorso. La Società Fotografica Italiana ha perduto un collega rispettabilissimo, l'arte fotografica un distintissimo suo cultore, l'Italia un figlio che l'onorò sempre co' suoi meriti, colle sue virtù. Giuseppe Alinari per natura modestissimo, generosissimo di cuore, d'integrità specchiata, rifuggente da intrighi, da ogni specie d'intromissione negli affari e in ogni aspetto della vita socievole, dedito soltanto allo studio ed al lavoro fu poco conosciuto dal mondo, e certamente assai meno di quanto meritava: unicamente preoccupato dell'arte sua, attraversò questa esistenza senza ottenere dal governo neppure una di quelle distinzioni, che create espressamente per distinguere gli uomini di merito che illustrarono la patria, o gli resero segnalati servigi, oggi hanno perduto moltissimo del loro valore, perché distribuite senza criterio e senza equità ad ogni ceto di persone: ma egli si guadagnò due premi ben più grandi; in vita la stima vera e profonda, l'affetto sincero di quanti lo conobbero; oltre la tomba un sincero cordoglio della sua perdita. Giuseppe Alinari nato il 29 aprile 1836, epoca nella quale l'umanità procedeva sicura e tranquilla, senza l'agitazione febbrile dei nostri giorni, che ci tiene fissa dinanzi agli occhi l'incertezza del più prossimo avvenire, compié i suoi primi studi nell'Istituto fondato dal Guicciardini coll'epiteto assai modesto di Asilo infantile, quasi ad indicare, che cola più che ad ingombrare la mente di nozioni disordinate, si mirava a educare il cuore dell'uomo, a salvaguardarlo dall'irruente frenesia delle idee demagogiche, che già cominciavano a manifestarsi oltr'Alpe, e giovanetto ancora, sentendo forse la tendenza verso l'arte propriamente detta, entrò nelle rinomate Botteghe del Falcini per apprendervi l'arte della Tarsia. A 17 anni circa, cioè nel 1853, quando il fratel suo maggiore, Leopoldo, che già si era iniziato allo studio della fotografia, si decise d'intraprenderne l'esercizio pel pubblico, aprì uno stabilimento in un pian terreno di una casa in via Cornina, ed apprezzando altamente l'ingegno e l'attività del nostro Giuseppe, ei lo volle seco in aiuto, e ben gli venne, poiché i primi lavori usciti da quello Stabilimento tanto piacquero e tanto lo accreditarono, che ben presto dovette ampliarsi occupando tutta la casa, e provvedersi di una terrazza speciale per ritratti. La riputazione dello Stabilimento Alinari si aumentò di giorno in giorno e con essa il lavoro ed i guadagni, cosicché per sopperire alle crescenti richieste, il locale essendo divenuto insufficiente, il fratello Leopoldo acquistò un'area nella località dell'attuale via Nazionale, e v'intraprese la costruzione del grandissimo ed elegante Stabilimento, che ancora vi si trova, che è il più bello ed il più ricco d'Italia, e fra i primissimi di Europa. Fino da quell'epoca, i fratelli Alinari ricevettero importantissime ed onorifiche commissioni di lavori di riproduzioni artistiche, non solo per varie province d'Italia, quali l'Umbria e Venezia, ma anche per l'estero, e ricordiamo con piacere come eglino fossero chiamati a Vienna per riprodurre i disegni della Galleria dell'Arciduca Alberto. Condotto a termine il nuovo Stabilimento nella prima metà del 1863, i fratelli Alinari poterono compiere con maggior agio tali e tanti lavori, che non solo non temono il confronto con quelli di alcun artista italiano e straniero, ma stanno addirittura fra i primi. Un'inattesa disgrazia colpiva quella associazione fraterna, poiché il 9 novembre 1865 Leopoldo cessando di vivere, lasciava figli tuttora giovanissimi, e perciò volle saggiamete affidare al fratello Romualdo l'amministrazione dello Stabilimento, e a Giuseppe la direzione tecnica. Il nostro collega Giuseppe, che avea fatto il durissimo suo tirocinio nella fotografia, quando essa presentava le maggiori difficoltà; egli che ad uno ad uno avea già studiato i vari procedimenti, alla ceroleina, all'albumina, al cellulosio, e quanti altri erano stati proposti dai cultori più insigni della fotografia, ne aveva saputo apprezzare i pregi, vincere le difficoltà; libero della scelta dei mezzi, e dei lavori, poté ben presto esplicare tutto il suo ingegno, tutta la sua energia, tutta la sua abilità, e fin da allora lo Stabilimento Alinari raggiunse quell'alta riputazione che ora tutti gli accordano, specialmente dopo le più alte ricompense ottenute alle principali esposizioni nazionali ed internazionali. A dare una pallidissima idea delle difficoltà superate da Giuseppe Alinari, basterebbe citare la fedeltà ed esattezza delle riproduzioni da lui fatte su lastre a collodio umido, degli affreschi di S. Maria Novella, di quelli della Cappella Brancacci al Carmine, gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, e molti altri che sarebbe troppo lungo l'enumerare; ma non possiamo tacere delle splendidissime risultanze ottenute nella riproduzione alla grandezza naturale di quadri delle Gallerie di Firenze, per i quali per la prima volta nel mondo, si adoperarono lastre collodionate di m. 1,30 x 0,90, dimensioni che sono spaventevoli per coloro che conoscono le difficoltà di preparare lastre di 50 a 60 centimetri. Ed in questi ultimi anni, ne' quali il procedimento delle lastre preparate con emulsione di gelatina e bromuro d'argento ha messo da parte tante difficoltà e tanti imbarazzi, che il numero dei fotografi e dei dilettanti è cresciuto a dismisura, il nostro collega conosciuto ed apprezzato da tutti per la sua abilità, per la sua generosità, pel suo speciale disinteresse, era consultato frequentemente da professionisti e da dilettanti; a tutti egli divideva con prodigalità il ricco patrimonio delle sue vaste cognizioni, a tutti era generoso di saggi consigli, come possono testimoniare con gratitudine molti della nostra Società, e perfino alcuni de' membri del Consiglio Direttivo, fra i quali il nipote Vittorio, che era da lui amato qual tenerissimo figlio; e coi nobili sentimenti da lui posseduti gli lasciò il retaggio della sua esperienza e della sua abilità, cosicché lo stabilimento Alinari conserverà ancora la sua bella posizione fra i primari stabilimenti fotografici di Europa. Parenti, amici, dipendenti, quanti infine conobbero Giuseppe Alinari, tutti resteranno fedeli ammiratori de' suoi meriti, delle sue virtù, tutti ne serberanno cara, grata ed eterna memoria." [firmato] I. Golfarelli.
Segue la seduta dell'assemblea generale della Società del giorno 11 maggio 1890: "(...) Il vice-presidente avrebbe detto volentieri alcune parole d'elogio pel distinto collega Giuseppe Alinari, rapito prematuramente alla patria, alla famiglia, alla nostra Società, ma si rassegna ad inserirle in questo Bullettino, lasciando la parola al signor Paganori, cugino ed allievo del caro estinto, che in brevi e sentitissime parole ci dipinse il compianto nostro collega come il modello dell'uomo gentile e generoso, come noi tutti lo abbiamo conosciuto, ci raccontò come egli fosse valente nell'arte nostra: per lui, egli disse, non esistevano difficoltà non esistevano pericoli, poiché le une e gli altri egli affrontò intrepidamente, e sempre li superò come lo confermano in modo evidente i numerosi lavori di ogni specie da lui eseguiti maestrevolmente: con parole vibrate, con accento commosso ci raccontò qualche aneddoto di lui, e mostrò quanto gli fosse affezionato.(...)"
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[«Bullettino della S.F.I.», giugno 1890]- |
A p. 187 si parla del sistema ideato dagli Alinari per rendere ortocromatiche le lastre. A p. 194 : "Doni alla Società Fotografica Italiana/ In questi ultimi giorni gli egregi nipoti del signor Giuseppe Alinari distinto nostro collega, del quale dovemmo rimpiangere l'amara e prematura perdita, hanno voluto, con gentilissimo pensiero e squisita liberalità, fare presente alla nostra società di una bella collezione di 63 volumi di opere fotografiche, e della intera collezione del Moniteur de la Photographie, nonché di uno speciale e grande Revolver fotografico, che il signor g. Alinari avea fatto eseguire per proprio uso, corredandolo di due ottimi obbiettivi del Dallmayer, ed infine di un bel ritratto ingrandito quasi al vero, stampato con uno dei migliori procedimenti con platino. Con questo dono eglino hanno voluto rendere più gradita, cara ed incancellabile appo di noi la memoria del loro amatissimo zio, e del perduto nostro collega. Il consiglio direttivo, interprete dei sentimenti di gratitudine della intera società, porge agli egregi nipoti del signor G. Alinari i più sentiti ringraziamenti e conserverà gelosamente il bel ricordo."
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[«Bullettino della S.F.I.», agosto 1890]- |
Pag. 25: "La nostra illustrazione.- La bella stampa in fototipia che va unita alla presente dispensa, è stata eseguita nello Stabilimento Alinari, da un negativo del compianto Giuseppe Alinari. Ogni parola di lode per quest'ultimo riuscirebbe vana, dopo quanto ne disse il professore Golfarelli, e dopo la fama mondiale che tanto modestamente e pazientemente erasi acquistata, tanto che in questi ultimi tempi egli lavorava esclusivamente per opere che si pubblicavano all'estero e raramente per l'Italia. Il dettaglio d'architettura rappresenta un pilone della porta della nostra cattedrale, e fu eseguito quando l'architetto Del Moro facendo la storia della facciata di Santa Maria del Fiore, volle illustrarla con disegni eseguiti sul posto, e Giuseppe Alinari, a cui ne fu affidato l'incarico, seppe vincere le difficoltà che gli si presentarono per la mancanza della distanza necessaria alla esecuzione dei negativi, e per la infelice illuminazione del soggetto. Non è però fuori di luogo l'elogio che noi facciamo ai successori dell'antico Stabilimento Alinari, per la bellissima applicazione che eglino fanno del procedimento di fototipia, ed in particolar modo poi a Vittorio Alinari, che dopo la immatura e repentina perdita dello zio Giuseppe, prendendo la direzione dello stabilimento, e seguendo la via tracciatagli dai suoi predecessori, ha saputo, col zelo, cogli incessanti studi e colle solerti cure, tenere alto il prestigio e la fama che ha avuto in retaggio, e che tanto meritamente onorano il suo stabilimento. C. Cataldi."
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[«Bullettino della S.F.I.»,luglio 1891]- |
Nell'adunanza generale del 5 luglio 1891 Alinari presentò una prova al carbone di grandi dimensioni,, alcune prove al platino e su seta, alcune ottenute con il procedimento isocromatico ed altre con i campioni di carta albuminata inviata da Vienna dal Formstecher. Allo stesso fascicolo del Bullettino è allegata una tavola facente parte della raccolta, che doveva uscire nel settembre successivo, di stampe di Rembrandt della Galleria degli Uffizi riprodotte dagli Alinari.
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[«Bullettino della S.F.I.»,ottobre-novembre 1891]- |
A p. 199: "Elenco dei soci che hanno contribuito coi loro lavori alla esposizione fatta dalla Società Fotografica Italiana nella mostra nazionale di Palermo. (...)Alinari Giuseppe. Fotocollografie.(...) Alinari Vittorio. Riproduzioni diverse.(...)" . A p. 207 nel trafiletto dal titolo "Altro procedimento per rendere ortocromatiche le lastre", viene citato Vittorio che preparava "(...) lastre colle quali si possono fare vedute e paesaggi con moltissima rapidità, e tale da reggere pressoché al confronto delle più rapidi comuni di Lumière, Schleussner ecc.
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[Indicatore...1891]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 191, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[Esposizione...1892]- |
"(...)2. Alinari fratelli. Firenze, varj quadri fotografie in vari processi.", p. 3, sotto" Divisione VI. Industria della carta e industrie affini; arti grafiche. Classe 31. Processi e prodotti delle arti grafiche-Categoria 3a- Fotografie: saggi, apparati, e materiali"
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[Hand-book...1892]- |
"Photographers. Alinari, via Nazionale, 8.", p. 8.
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[Indicatore...1892]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 201, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», ottobre1893]- |
Vittorio Alinari è l'autore di un articolo intitolato "Del R. Decreto e Regolamento per le riproduzioni fotografiche", nel quale condanna l'approvazione del Regolamento, avvenuta con R. Decreto il 6 agosto 1893, sulla disciplina relativa alle riproduzioni di monumenti e opere d'arte appartenenti allo Stato. Alinari critica l'obbligo imposto ai fotografi, di indicare, nella richiesta alle autorità competenti per poter eseguire le riproduzioni, la durata presunta delle operazioni, il fine a cui è destinata la riproduzione, il metodo usato ecc. e di lasciare un negativo alle autorità interessate. Egli afferma: "(...) Si comprende che i profani- e fino a prova in contrario il Ministero deve esser ritenuto profano all'arte fotografica- non conoscano tutte le difficoltà che si incontrano anche nella riproduzione, ad esempio, di un codice miniato, e come la riuscita dipenda da circostanze di luce e di metodo e di posizione che raramente s'incontrano due volte di seguito(...)"; p. 246.
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[Indicatore...1893]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 204, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», febbraio 1894]- |
Durante una serata organizzata il 18 febbraio 1894 presso la sede della SFI venne esposta la nuova macchina in noce di 21 x 27 per la terrazza di posa della stessa società, costruita da Anchise Cappelletti. Per la sua esecuzione Cappelletti fu coadiuvato da Vittorio Alinari. V. p. 40.
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[«Bullettino della S.F.I.», luglio 1894]- |
Nell'articolo "Il problema dell'isocromatismo nella cromofotografia interferenziale", p. 145, vengono ricordati gli ottimi saggi di fotografia ortocromatica effettuati da Alinari e da Brogi.
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[«Bullettino della S.F.I.», luglio 1894]- |
A p. 153 si ricorda la monografia su Giorgione di Angelo Conti arricchita dalle illustrazioni Alinari.
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[«Bullettino della S.F.I.», agosto 1894]- |
All'esposizione fotografica di Milano del 1894, promossa dal Circolo Fotografico Lombardo, nella prima sezione riservata ai professionisti, erano presenti anche i fratelli Alinari.
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[Guida tascabile...1894]- |
"Alinari Flli, via Nazionale, 8, con succursale, via Tornabuoni, 20.", p. 14.
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[Indicatore...1894]- |
"Alinari fratelli, stabilimento premiato, v. Nazionale, 8. Magazzino, v. Tornabuoni 20.", p. 201, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», agosto 1895]- |
Nella rubrica della cronaca, Vittorio Alinari commenta un articolo uscito nel «Moniteur de la photographie». Nell'articolo Vidal si lamenta che in Francia non fosse ancora usata la carta "aristo-platino", già utilizzata in America. Alinari asserisce che tale carta, con il nome di Celluidina Matt, era conosciuta e usata in Italia, da quando era stata importata da Silvio Piancastelli, probabilmente dalla Germania. La qualità di tale carta, spinse Alinari ad utilizzarla ampiamente per la stampa delle collezioni artistiche e per illustrazioni di libri.
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[Guida manuale...1895]- |
"fotografi. Alinari, via Nazionale, 8.", p. 8.
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[Indicatore...1895]- |
"T. Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8, magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 282, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», agosto 1894]- |
Nella rubrica "Le nostre illustrazioni" si accenna alla fotografia della villa Reale di Caserta eseguita dai Fratelli Alinari ed annessa alla dispensa di novembre del Bullettino.
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[Guide manuel...1896]- |
"Alinari , V. Nazionale 8.", p. 6, sotto "Photographes" (Renseignements pour les voyageurs) ,p. 6. V. Anche: "Marchands de Gravures et Photographies: Alinari, V. Tornabuoni 20. "
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[Indicatore...1896]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 294, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», marzo 1897]- |
Nell'adunanza generale del 5 febbraio 1897, a p. 97, il consiglio direttivo decise di nominare alcuni soci onorari, tra i quali Vittorio Alinari.
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[Indicatore...1897]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 267, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», gennaio-febbraio 1898]- |
"Elenco dei soci della SFI e degli abbonati al Bullettino. 1° gennaio 1898. (...)4. Alinari Giuseppe, via Nazionale, 8, Firenze. 5. Alinari Leopoldo, via Nazionale, 8, Firenze. "., pp. 2-8.
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[Florence...1898]- |
"Photographies:- Alinari et Brogi, tous deux rue Tornabuoni (collections complètes des objets d'art de l'Italie; chacun env. 6000 clichés).", p. VI.
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[Guida...1898]- |
"Alinari , V. Tornabuoni, 20.", p. 9, sotto "Fotografie artistiche" (voce "Cultura", tra le "Indicazioni pratiche", p. 1).
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annotazioni |
Nella pagina con il titolo e l'editore, (verso): "Le incisioni di questa guida son riprodotte da fotografie dei Sigg. Fratelli Alinari."
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[Guide...1898]- |
"Alinari , V. Tornabuoni, 20.", sotto "Photographie artistique" (all'inizio della guida, v. "Renseignements").
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[Indicatore...1898]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 282, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.»,maggio-luglio1899]- |
Nella settima sala dell'Esposizione Fotografica Nazionale ed Internazionale di Firenze, aprile-maggio 1899 si trovavano, vicino a quelle Brogi, riproduzioni di bronzi e di ottoni di Alinari o fotografie di dipinti come la Madonna del Guercino; v. p. 204.
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[«Bullettino della S.F.I.»,settembre1899]- |
Nella rubrica "Notizie e comunicazioni diverse" a p. 395, si trova menzionato il concorso indetto da Vittorio Alinari per un quadro raffigurante una Madonna con Bambino o una madre con il suo bambino. L'opera, per ragioni tecnico fotografiche, essendo destinata alla riproduzione, non poteva essere di dimensioni minori a 60 cm. e, se si trattava di un quadro di forma circolare, il diametro non doveva essere inferiore a questa misura. Il premio ammontava a L. 1500 in oro. L'opera vincitrice e le altre esposte, avrebbero potuto essere riprodotte da Alinari a suo piacimento, dietro compenso all'autore di L. 100 in oro. Era previsto un premio anche per la migliore cornice.
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[«Bullettino della S.F.I.»,ottobre1899]- |
Tra le notizie varie a p. 409, si accenna alle belle riproduzioni di quadri e ai ritratti eseguite dagli Alinari ed esposte in via dei Calzaioli.
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[Guide manuel...1899]- |
"Photographes. Alinari, v. Nazionale 8.", p. 6.
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[Indicatore...1899]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 295, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», gennaio 1900]- |
Durante una serata di proiezione svoltasi nella sede della SFI, Vittorio Alinari presentò alcuni esempi di ciò che era stato prodotto dai migliori pittori a partire dal secolo XIV, sul tema della Madonna con Bambino. Alinari volle infatti introdurre al concorso da lui indetto nel febbraio-marzo 1900, da tenersi nel Palazzo delle Belle Arti in via del Campidoglio.
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[«Bullettino della S.F.I.», maggio 1900]- |
"Esposizioni e Concorsi. Concorsi Alinari. Il nostro consocio cav. Alinari bandisce due concorsi, e cioè uno per un quadro originale rappresentante un soggetto tolto dalla vita della Vergine o una scena di famiglia; un altro per l'illustrazione della Divina Commedia di Dante Alighieri. I concorrenti al primo concorso potranno presentare quadri eseguiti a olio, a tempera, a disegno in colori o a chiaro scuro purché sieno condotti in modo tale da essere particolarmente adatti alla riproduzione fotografica. Non saranno accettate o prese in considerazione opere già esposte o riprodotte in qualsiasi maniera. Non saranno accettati quadri che abbiano dimensioni inferiori a cm; 60 dal lato minore. I premi assegnati sono due, di L. 2000 ciascuno, indivisibili e da assegnarsi possibilmente, uno a soggetto sacro, l'altro a soggetto profano, restando in facoltà della giuria di assegnarli entrambi ad una delle categorie. L'opera premiata resterà di proprietà dell'autore. I quadri debitamente incorniciati dovranno arrivare non più tardi del 1° marzo 1902, al cav. Alinari che ne curerà l'Esposizione. Gli incassi netti dell'Esposizione andranno devoluti in parte ad istituzioni di beneficenza che abbiano sede in Firenze, in parte all'acquisto di opere inviate al concorso. I concorrenti al secondo concorso dovranno presentare l'illustrazione di due canti dell'Inferno a loro scelta, e cioè due composizioni di una o più figure da riprodursi fuori testo, due testate e due finali di capitolo logicamente connessi all'argomento delle cantiche illustrate. L'artista concorrente ha intera libertà per l'esecuzione del lavoro, il quale però deve essere adatto alla riproduzione grafica. Sono assegnati due premi: uno di L. 500, l'altro di L; 250. Le opere dovranno essere consegnate al cav. Vittorio Alinari, non più tardi del 30 marzo 1901. Delle opere inviate al concorso sarà fatta pubblica mostra. Queste le norme principali dei concorsi; Per ulteriori ragguagli dirigersi al signor cav. Vittorio Alinari, via Nazionale, 8, Firenze.
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[«Bullettino della S.F.I.», settembre 1900]- |
"Esposizione Universale di Parigi dell'anno 1900. Elenco dei premiati (fotografia) Grand Prix. Fratelli Alinari, di Firenze(...)", p. 345.
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[«Bullettino della S.F.I.», dicembre 1900]- |
"Nuovi soci (...) Alinari Arturo, Firenze(...)", p. 448.
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[Indicatore...1900]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 331, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce: "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.»,maggio-giugno1901]- |
Alberto Levy, cassiere della SFI, descrisse i lavori presentati dai fotografi per l'illustrazione del Bullettino, sulla base dei concorsi banditi dalla società nel 1901. Alinari presentò per il concorso II, con lo pseudonimo Fortior, alcune fotografie già esposte in via Calzaioli; si trattava delle immagini scattate all'interno dello stabilimento Ginori a Doccia, visitato dai soci della SFI nell'ambito del congresso fotografico del '99 Per queste fotografie fu premiato con un obbiettivo fotografico Goerz. Nel concorso III, sotto lo pseudonimo di Spes, espose fotografie di animali, tra cui "un bellissimo Angora"; per queste ultime fotografie ricevette la medaglia d'oro; v. pp. 182, 183 e 187.
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[«Bullettino della S.F.I.», settembre-ottobre 1901]- |
A p. 345-347 si trova il resoconto dell'Esposizione Fotografica Artistica di Livorno, agosto-settembre 1901. Tra i fotografi fiorentini, fuori concorso, figura Alinari, il quale"(...) presenta degli splendidi lavori: Madonna in trono del Tiepolo, è una riproduzione fedelissima e altamente artistica, ritratti, gruppi, effetti di luce sono composizioni magnifiche che rivelano la mano dell'artista vero e coscienzioso. I lavori del cav. Alinari sono generalmente ammirati. (...) [firmato O. B.]".
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[«Bullettino della S.F.I.», novembre1901]- |
All'Esposizione di Lodi, tenutasi nel settembre 1901, i fratelli Alinari furono premiati con medaglia d'oro, "(...) per la tecnica squisita generale, per la bellezza della raccolta di animali feroci e per morbidi ed inappuntabili interni rappresentanti i diversi stadii della lavorazione delle porcellane nello stabilimento di Doccia(...)", p. 393.
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[Indicatore...1901]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 336, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce: "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», marzo 1902]- |
"Elenco dei soci della SFI e degli abbonati al Bullettino. 1° gennaio 1902. Soci effettivi in Firenze(...) 2. Alinari Arturo . Via Cosimo Ridolfi, 4.(...) "., pp. 2-11.
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[«Bullettino della S.F.I.», dicembre 1902]- |
Pietro Masoero descrive, a p. 470, la sezione italiana di fotografia, dedicata al ritratto, nell'ambito dell'Esposizione di Fotografia Artistica di Torino del 1902; accanto ai ritratti fotografici di Giacomo grosso, quelli di altri fotografi quali Vittorio Alinari, che viene definito "posato e completo"."(...) Vittorio Alinari portò una nota speciale con composizioni di figure fotografiche unite a motivi decorativi dipinti, sfoggiando nel resto una cifra professionale tutta sua.(...)", p. 472. A p. 486 nell'elenco dei premiati, tra coloro che partecipavano fuori concorso: "(...) Alinari Vittorio- Firenze, via Nazionale, 18 (...)".
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[Indicatore...1902]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 350, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce: "Stampe e Fotografie".
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[«Bullettino della S.F.I.», marzo 1903]- |
A p. 118 è riportata la notizia del premio, consistente in un obbiettivo Zeiss, assegnato ad Arturo Alinari per un Concorso indetto dalla SFI.
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[Indicatore...1903]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 366, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce: "Stampe e Fotografie" ("Alinari fr., fotografie, stab., v. Nazionale, 8,(229) magazz., v. Tornabuoni, 20 e v. Strozzi angolo v. dei Sassetti.")
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[«Bullettino della S.F.I.», maggio 1904]- |
Alberto Levy è autore del resoconto dell'Esposizione sociale, indetta dalla SFI, (pp. 137-143), alla quale partecipò, fra gli altri fotografi, anche Alinari: "(...) Ed in questo reparto espongono pure tre professionisti (...)l'Alinari, more solito si distingue con ritratti, fotorilievi e con tre quadretti riuscitissimi in cui il pennello si fonde graziosamente con la fotografia. Sono fotografie di donne in artistiche pose, stile nuovo, applicate su cristallo e contornite col temperino o le forbici. Il fondo è tutto opera del pennello e si intona benissimo col colore della fotocopia nei mille arabeschi, stile nuovo anch'essi, s'intende. Oggi artisti di vaglia come il Mataloni,l'Anichini non disdegnano, anzi si specializzano nella produzione del loro pennello per réclame artistica e se l'Alinari ha con questo voluto fare un tentativo per introdurre questo nuovo genere di decorazione fotografica per una réclame artisticamente intesa, ritengo sia perfettamente riuscito allo scopo.(...)", p. 140. A p. 175 dello stesso numero troviamo: "Bibliografia. I. B. Supino: I due Lippi, Fra Filippo e Filippino; Firenze, 1904. Fratelli Alinari Editori.- Il cav. Uff. Vittorio Alinari, nostro socio onorario e che ha sempre e con ogni mezzo cercato di favorire la nostra società, ci ha inviato, anche a nome della Ditta Fratelli Alinari, Editrice, l'opera di I. B. Supino sui due Lippi, Fra Filippo e Filippino, tradotta in francese dal M. J. De Crozals. Dire qui dei pregi letterari e del valore artistico e tecnico di quest'opera sarebbe fuori di luogo, sia per l'indole del nostro Bullettino, sia perché ciò è stato ormai fatto e meritatamente da moltissime riviste. Da parte nostra possiamo affermare che nulla è stato trascurato per la migliore riuscita del lato illustrativo dell'opera, ed anzi siamo lieti di poter fare ammirare ai consoci alcune tavole, i di cui clichés sono stati messi gentilmente a nostra disposizione. Non possiamo però restare dall'ammirare l'attività grande della casa Alinari che si è resa veramente benemerita dell'arte. Là si sta continuamente alla avanguardia per ciò che concerne i nuovi e migliori procedimenti fotografici, e le opere mirabili che vi si producono lo attestano ben chiaramente. In ogni angolo d'Italia gli operatori della casa riprodussero e riproducono continuamente tutto ciò che è meritevole di tal lavoro e così si è formata la massima collezione esistente nel genere e che è una vera ricchezza. E' già assai ragguardevole il numero dei libri d'indole artistica editi da essa, e certo molti e molti altri ancora vi si aggiungeranno. Là si cerca in ogni modo di attirare i nostri pittori allo studio dell'arte vera, sia con i concorsi speciali, come quelli per l'illustrazione della Divina Commedia, per la Madonna col Santo Bambino ed altri, sia con vistosi premi, commissioni e importanti acquisti di quadri. Agli Alinari è dovuto se è sorto in Firenze lo stabilimento Fototecnico e Fotochimico, che, con i suoi pregevolissimi lavori, rende lustro all'arte e alla nostra città. Vittorio Alinari è sempre in moto e, con la sua signorile gentilezza, dedica quel poco di tempo che gli resta libero alle opere filantropiche e alle tante società che ambiscono averlo socio e consigliere: a lui ed alla sua ditta inviamo i nostri migliori ringraziamenti."
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[«Bullettino della S.F.I.», giugno 1904]- |
Nell'articolo "Per la protezione dei diritti dei fotografi", a p. 201, vengono riportati alcuni interventi di fotografi, contro la circolare del Ministero della Pubblica Istruzione che sospendeva i permessi di riproduzione nei musei e nelle gallerie. Il consiglio della SFI aveva discusso a lungo su tale argomento nella seduta del 31 maggio 1904alla quale, come leggiamo a p. 202, "furono specialmente invitati i professionisti fiorentini più interessati alla questione: cioè i signori Vittorio Alinari, Alfredo Brogi, V. Jacquier e Mannelli. Il colonnello Pizzighelli non ha mancato di prender parte alla discussione.(...)"
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[«Bullettino della S.F.I.», dicembre 1904]- |
"Esposizione Internazionale di Saint Louis, 1904. Elenco dei nostri soci premiati. Gruppo 8°. - Forme speciali d'insegnamento- Libri di testo- Mobilio e materiale per le scuole. Gran Prix. Alinari Fratelli, Firenze(....), p. 423.
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[Guida...1904]- |
"Alinari, Via Nazionale, 8 e Via Tornabuoni, 20.", p.4, sotto "Fotografi" ("Indicazioni utili", p. 3).
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[Guida manuale...1904]- |
"Fotografi. Alinari, v. Nazionale 8.", p. 5.
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[Indicatore...1904]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale,8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20.", p. 378, sotto "Fotografi". V. Alla voce: "Stampe e Fotografie".
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annotazioni |
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari cav. Uff. Vittorio, v. Nazionale, 8(229) villa a Quarantino (Monte Morello). (454 urbano e interurbano); "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) vice presid. Alinari cav. Vittorio(...)"; "Collegi dei probi-viri (...) IV collegio- Industrie Fisiche e Fisico-Chimiche (...) industriali(...) Vice Presid. Alinari cav. Vittorio(...)".
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[«Bullettino della S.F.I.», gennaio 1905]- |
"Concorso Alinari per la illustrazione di una commedia di Goldoni .1. Il cav. Uff. Vittorio Alinari bandisce a mezzo della SFI, un concorso fra fotografi professionisti e dilettanti per illustrare le commedie di Goldoni. 2. I concorrenti hanno facoltà di presentare le illustrazioni di una o più commedie a loro scelta. 3. Ogni commedia deve essere illustrata da non meno di dieci composizioni eseguite dal vero comprese quelle di testata e di finale. 4. Le negative non possono essere di formato inferiore al 9 x 12 e devono essere rimesse alla società unitamente alle prove dirette decorosamente montate su cartoncino in modo da potere essere esposte al pubblico. 5. I premi di questo concorso sono: I° Premio: L. 350 e medaglia d'oro (vermeil) 2° premio: L. 350 e medaglia d'argento. 3°, 4° e 5° premio; medaglie di bronzo. 6. Le negative e le positive dei vincitori del I° e 2° premio divengono proprietà esclusiva del cav. ufficiale Vittorio Alinari il quale curerà la stampa delle commedie e ne rimetterà venticinque copie a ciascuno dei vincitori; non avendo alcun obbligo per le eventuali ristampe. 7. Per le norme generali che regolano il presente concorso vedesi le respettive disposizioni.", p. 43.
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[«Bullettino della S.F.I.», giugno 1905]- |
A p. 251 leggiamo la notizia relativa alla proposta avanzata da Vittorio Alinari, per effettuare a Firenze, nella primavera del 1907, un'Esposizione Internazionale di Fotografia applicata alla illustrazione del libro. Per organizzarla, era stata formata una speciale commissione. A p. 254: "Onorificenze(...) Sopra proposta dell'on. Ministro della Pubblica Istruzione, il nostro socio onorario cav. uff. Vittorio Alinari è stato nominato commendatore della Corona d'Italia. L'attività straordinaria e la perizia con le quali Vittorio Alinari dirige il suo stabilimento fotografico, a cui ha saputo dare un indirizzo eminentemente artistico, nonché il concorso che egli non nega mai, se pur non se ne fa l'iniziatore, ad ogni impresa che possa portare vantaggio e decoro all'arte sotto qualunque aspetto essa tenda ad esplicarsi, lo rendevano ben meritevole di questa alta distinzione per la quale noi gli inviamo le nostre più sentite congratulazioni."
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[«Bullettino della S.F.I.», novembre 1905]- |
A p. 427, nella relazione della commissione giudicatrice dell'Esposizione e concorsi indetti dalla SFI nel 1905, troviamo: "(...) La commissione deplorò che due concorsi importantissimi, come quello industriale e quello indetto dal comm. Alinari per l'illustrazione di una Commedia di Goldoni, non abbiano avuto nessun concorrente, mentre è noto che in Italia vi sono numerosi dilettanti e professionisti che si dedicano, e con successo, alla composizione di quadri fotografici che troverebbero appunto la loro applicazione alla illustrazione del libro.(....)"
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[Artistical...1905]- |
"Alinari, Via Nazionale, 8, and Via Tornabuoni, 20.", p. 6 sotto "Photographs" ("Useful notice", p. 3).
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annotazioni |
Non presente tra le pubblicità all'inizio della guida.
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[Elenco...1905]- |
"Educazione. (...) Gruppo 8. Forme speciali di insegnamento-Libri di testo-Mobilio e materiale per le scuole. Grand prix. Alinari fratelli-Firenze.", p. 10.
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annotazioni |
La notizia riguarda i soli Alinari e Brogi, e non viene specificato il motivo del premio; non si riesce a comprendere cosa sia stato esposto, considerando anche che entrambi sono assenti dal gruppo 16, "Fotografia" (sotto "Arti Liberali"), dove invece si trovano altri fotografi, non fiorentini, però.
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[Guida manuale...1905]- |
"Fotografi. Alinari, v. Nazionale 8.", p. 5.
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[Indicatore...1905]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20. ", p. 387, sotto "Fotografi".
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annotazioni |
V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie" e l' Indicatore 1904 per le notizie relative a Vittorio Alinari.
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[Indicatore...1906]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20. ", p. 399, sotto "Fotografi".
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annotazioni |
Indicati anche alla voce "Stampe e Fotografie" ("Alinari fratelli, fotografie, stab., fotografico, v. Nazionale 8 (229), negozio di vendita v. Strozzi, 1. angolo v. dei Sassetti").
Vittorio Alinari è indicato sotto "Scuola professionale per le arti decorative industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)"; per le altre voci, v. Indicatore 1904.
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[Hand-book...1907]- |
"Small-commercial directory(...) Photographs. Alinari fratelli, [fotografi-editori] via Nazionale 8 and via degli Strozzi.", p. VII.
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[Indicatore...1907]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20 (19-02)", p. 426, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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annotazioni |
Vittorio Alinari è presente sotto le voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini"; "Nobiltà, censo e nominativi diversi"; "Scuola professionale per le arti decorative industriali".
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[Guida manuale...1908]- |
"Fotografi. Alinari fratelli,, via Nazionale 8 e via degli Strozzi."
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[Indicatore...1908]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20 (19-02)", p. 411, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
Vittorio Alinari, oltre che alle voci citate nell'Indicatore del 1907, è presente sotto la voce "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) delegati effettivi (...) Alinari comm. Vittorio(...)"
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[«Bullettino della S.F.I.», gennaio 1909]- |
In occasione del terremoto dei Messina e Reggio del 28 dicembre 1908, la SFI decise di realizzare una pubblicazione dal titolo "Messina e Reggio prima e dopo il terremoto del 28 dicembre 1908", per aiutare le popolazioni colpite. Alcuni fotografi, fra i quali Vittorio Alinari, misero a disposizione le loro collezioni fotografiche.
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[«Bullettino della S.F.I.», giugno 1909]- |
Tra i lavori presentati all'Esposizione Internazionale di Dresda, troviamo citati, a p. 180, quelli di Alinari.
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[Indicatore...1909]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20 (19-02)", p. 380, sotto "Fotografi". V. Anche alla voce "Stampe e Fotografie".
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annotazioni |
V. L' Indicatore 1908 per le notizie relative a Vittorio Alinari.
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[Indicatore...1910]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20 (19-02)", p. 401, sotto "Fotografi".
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annotazioni |
V. Anche sotto: "Stampe e Fotografie" ("Alinari fratelli, fotografie, stab., fotografico, v. Nazionale 8 (229), negozio di vendita v. Strozzi, 1. angolo v. dei Sassetti (19-02)").
V. Vittorio Alinari alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini", "Nobiltà, censo e nominativi diversi", "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette", "Scuola professionale per le arti decorative industriali"; inoltre: "Accademie (...) Società delle Belle Arti in Firenze (...) provved. Alinari comm. Vittorio(...)".
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[«Bullettino della S.F.I.», 1911]- |
"Atti del Terzo Congresso Fotografico Italiano tenuto in Roma dal 24 al 28 aprile 1911. (...) Comitato generale. (...)(...) Alinari comm. Vittorio, Firenze (...)", p. 126.
"Società Industriali e Proprietari Fotografi. Milano, via C. Cattaneo, .-telefono 41-71. (...) Comitato Generale: Alinari F.lli (Firenze)(...)", p. 215.
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[Indicatore...1911]- |
"Alinari fr., premiati, v. Nazionale, 8 (229), magazz., v. Tornabuoni, 20 (19-02)", p. 421, sotto "Fotografi".
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annotazioni |
V. Anche sotto la voce: "Stampe e Fotografie".
V. L' Indicatore 1910 per le notizie relative a Vittorio Alinari.
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[«Bullettino della S.F.I.», maggio1912]- |
"Aderenti al Terzo Congresso Fotografico Italiano. Congressisti e signore iscritte. (...) Alinari comm. Vittorio, Firenze (...)", p. 155.
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[Guida manuale...1912]- |
"Fotografi. Alinari fratelli,, via Nazionale 8 e via degli Strozzi."
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[Indicatore...1912]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, 8 (2-29), magazz. v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 404.
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annotazioni |
V. Anche alla voce "Stampe e fotografie".
V. L' Indicatore 1910 per le notizie relative a Vittorio Alinari.
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[«Bollettino della S.F.I.», dicembre 1913]- |
Nell'articolo "Il fotomicrografo e l'identificazione di dipinti originali", A. Levy riferisce di un suo metodo per riconoscere, attraveso l'uso della fotografia, i dipinti veri dai falsi. Descrive l' utilizzo della fotografia nel caso delle analisi effettuate sul dipinto della Gioconda, rubato al Louvre nell'agosto 1911 e poi ritrovato. In quell'occasione, per verificarne l'autenticità, furono utilizzate le fotografie di Braun e degli Alinari, riprese direttamente dall'originale, prima che venisse rubato. V. pp. 322-323.
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[Indicatore...1913]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, N. 8 (2-29), magazz. via Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 420. V. Anche alla voce: "Stampe e fotografie".
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annotazioni |
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) Presid. Alinari commendatore Vittorio (...)"; "Commissione di accertamento per la risoluzione in I° grado dei ricorsi contro la tassa sugli esercizi e sulle rivendite. Commissari effettivi (...) Alinari comm. Vittorio (...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) delegati effettivi (...) Alinari comm. Vittorio (...)"; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8(2-29) villa Melarancio (Monte Morello) (27-37)."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
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[Florence...1914]- |
"(...)- for portraits, the brother Alinari, 8 Via Strozzi;", p. 3 sotto "Photographers" ("Useful Information", p. 2).
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[Guida manuale...1914]- |
"Fotografi. Alinari fratelli,, via Nazionale 8 e via degli Strozzi."
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[Indicatore...1914]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, n. 8 (2-29), magazz. v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 389.
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annotazioni |
V. Anche alla voce: "Stampe e fotografie".
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina (...) Vice presid. Alinari commendatore Vittorio (...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presidente (...) Alinari comm. Vittorio (...)"; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8(2-29) villa Melarancio (Monte Morello) (27-37)."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
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[Indicatore...1915]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, N. 8 (2-29), magazz. via Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 287. V. Anche alla voce "Stampe e fotografie".
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annotazioni |
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) Vice presidenti Alinari commendatore Vittorio(...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presidente (...) Alinari comm. Vittorio(...)"; "Municipio di Firenze (...) consiglieri (...) 48. Alinari comm. Vittorio."; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8(2-29) villa Melarancio (Monte Morello) (27-37)."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
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[Indicatore...1916]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, N. 8 (2-29), magazz. v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 278. V. Anche alla voce "Stampe, oleografie e fotografie/negozianti".
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annotazioni |
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) Vice presidenti Alinari commendatore Vittorio(...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presid. (...) Alinari commendator Vittorio (...)"; "Municipio di Firenze (...) consiglieri (...) 48. Alinari comm. Vittorio."; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8(2-29) villa Melarancio (Monte Morello) (27-37)."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
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[Indicatore...1917]- |
"Alinari fr., premiati, via Nazionale, N. 8 (2-29), magazz. v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 286. V. Anche alla voce "Stampe, oleografie e fotografie/negozianti".
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) Vice presidenti Alinari commendatore Vittorio(...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presid. (...) Alinari commend. Vittorio (...)"; "Municipio di Firenze (...) consiglieri (...) 48. Alinari comm. Vittorio."; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8(2-29) villa Melarancio (Monte Morello) (27-37)."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
V. Anche la nuova voce "Periti industriali e commerciali iscritti nel ruolo della Camera di Commercio (triennio 1915-16-17) Metallurgia, elettricità, meccanica di precisione, applicazioni ottiche, fotografia, cicli, automobili Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8 (2-29)."
V. la voce "Accademie/Società letterarie, artistiche e scientifiche, agrarie e affini (...) Società delle Belle Arti in Firenze, v. della Colonna, 37. (...) vice-presid. Alinari comm. Vittorio".
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[Indicatore...1918-'19]- |
"Alinari fr., via Nazionale, 8 (2-29), magazzino v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 285. V. Anche alla voce "Stampe, oleografie e fotografie/negozianti".
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presid. (...) Alinari commend. Vittorio(...)"; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, n. 8, (2-29) villa Monteripaldi."; "Scuola superiore professionale per le arti decorative e industriali (...) Consiglieri (...) Alinari comm. Vittorio(...)".
V. Anche la nuova voce "Periti industriali e commerciali iscritti nel ruolo della Camera di Commercio (triennio 1915-16-17) Metallurgia, elettricità, meccanica di precisione, applicazioni ottiche, fotografia, cicli, automobili Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8 (2-29)."
V. la voce "Accademie/Società letterarie, artistiche e scientifiche, agrarie e affini (...) Società delle Belle Arti in Firenze, v. della Colonna, 37. (...) vice-presid. Alinari comm. Vittorio"
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[Indicatore...1920-''21]- |
"Alinari fr., via Nazionale, 8 (2-29), magazzino v. Strozzi, 1 (19-02)", sotto "Fotografi", p. 285. V. Anche alla voce "Stampe, oleografie e fotografie/negozianti".
Vittorio Alinari è indicato alle voci: "Associazioni d'indole commerciale, industriale e affini (...) Associazione nazionale italiana per il movimento dei forestieri (...) sezione fiorentina(...) Vice presidenti Alinari commendatore Vittorio(...)"; "Commissione di Ia istanza per le imposte dirette (...) Firenze (città) (...) Vice presid. (...) Alinari comm. Vittorio(...)"; "Nobiltà, censo e nominativi diversi (...) Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, n. 8, (2-29) villa Monteripaldi."
V. Anche la nuova voce "Periti industriali e commerciali iscritti nel ruolo della Camera di Commercio (triennio 1915-16-17) Metallurgia, elettricità, meccanica di precisione, applicazioni ottiche, fotografia, cicli, automobili Alinari comm. Vittorio, v. Nazionale, 8 (2-29)."
V. la voce "Beneficenza, filantropia, e previdenza (...) Comitato per l'assistenza dei mutilati in guerra (...) consiglieri: Alinari comm. Vittorio".
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